martedì 30 settembre 2008

5000

Questa sera il mio blog ha toccato e poi superato quota 5000 visite.
Ci son voluti ben 13 mesi, ma alla fine... E con più di 8530 pagine viste.
Quindi abbiamo poco meno di 2 pagine a visita, quasi 385 visite al mese, e oltre 12 visite al giorno di media. Questo è quanto si desume dal primo contatore, Histats.
A metà luglio ho invece installato l'altro contatore, Shinystat, e da cui invece le visite risultano essere ad oggi 1443 (in due mesi e mezzo fanno 577 al mese, con una media superiore alle 18 giornaliere) con un totale di quasi 2000 pagine viste.
Per concludere e fare un po' i conti della serva, il blog ha avuto un aumento di visite mensili, rispetto alla media annua, del 50%.
Sono contento ☺☺☺☺☺

lunedì 29 settembre 2008

Mezzaluna

O timida mezzaluna,
che in sì splendente chiaror
eternamente ti muti.

Che la tua luce si posi
sugli amanti d’un tempo
ora, in pochi mesi, sposi.

Amor sin speme alcuna
un dì lontano furon
ed or in Cupìdo avvolti.

da "Cuore di Luna" di Pier Giorgio Cardoni, Futura Edizioni. Copyright©2012 - WOMEN@WORK

domenica 28 settembre 2008

Vento, soffia!

Vento, soffia,
spazza via le nubi 
che oscurano il mio cielo.

Acqua, cadi,
lava via le macchie 
che oscurano il mio animo.

Uomo, grida,
ama te stesso e vivi,
perché bellissima è la tua vita.

Se vuoi, piangi pure
per un attimo,
ma poi mostra i denti,
e corri.

da "Cuore di Luna" di Pier Giorgio Cardoni, Futura Edizioni. Copyright©2012 - WOMEN@WORK

La prima notte d’amore

Una notte d’estate s’erano incontrati,
sulle sponde del lago, d’un tratto,
la gente sparì: e rimasero soli.

Lei risplendeva nel suo bianco candore,
era la luna notturna che l’illuminava.

Con fare dolcissimo lei parlò dell’aria,
che gelida, l’avvolgeva.
In quella notte d’estate s’erano baciati.

da "Cuore di Luna" di Pier Giorgio Cardoni, Futura Edizioni. Copyright©2012 - WOMEN@WORK

La Celestina di Fernando de Rojas nella letteratura inglese: traduzioni ed esiti.

2.2 Le traduzioni in Europa
La storia narrata nella Celestina fece epoca nella letteratura di finzione: i motivi vanno forse ricercati nel vigore della sua narrazione, nell'umorismo sempre presente, nella straordinaria forza di osservazione, nonchè nella introspezione psicologica dei caratteri.
Come ho detto il suo fu un successo internazionale e prima della fine del Cinquecento il libro era nelle mani di tutti i lettori colti d'Europa: al punto di meritarsi una popolarità, diffusa quanto inusuale per altre opere, in tutti i paesi.
In Italia l'opera conobbe sei edizioni, oltre alla prima realizzata da Alfonso Ordóñez a Roma nel 1506: venne stampata a Milano nel 1514 e nel 1515, di nuovo a Roma nel 1516 e a Venezia nel 1519, 1535 e 1541. Ci furono delle edizioni della Celestina in tedesco (Ausburgo, 1520 e 1533) e in francese (Parigi, 1527). Esistono inoltre delle edizioni in castigliano stampate però fuori dei confini spagnoli: in Italia (Roma, 1520; Venezia, 1531 e 1534) e in Portogallo (Lisbona, 1540). Infine ci furono delle traduzioni in latino (Pornoboscodidascalus di K. Von Barth, Francoforte, 1624) e una in ebraico in versi (adattamento, oggi perduto, sulla traduzione italiana di Ordóñez, realizzato da Yosef ben Shmuel Sarfati).
Naturalmente la Celestina arrivò anche in Inghilterra (Londra, 1530), tradotta però non dal castigliano ma dall'italiano, probabilmente dalla citata versione di Ordóñez.

sabato 27 settembre 2008

Avrei voglia

Sorrido...
avrei voglia
di piangere
... sorrido.

da "Cuore di Luna" di Pier Giorgio Cardoni, Futura Edizioni. Copyright©2012 - WOMEN@WORK

Il moro e la luce

E venne il tempo dell’incoscienza,
portato in braccio dalla disperazione.

Non conta più nulla, non esistono gli altri,
non le foglie di alberi scuri,
o le luci di stelle notturne,
neppure qualche dolce parola.
Oramai la sua mente è vuota,
e con lui non resta nessuno.

Soltanto nere figure di cavalieri erranti,
guidate da un moro con una gran spada,
ed un pennacchio scuro sopra la testa nera.
Solo i denti mostra bianchi, nella sua triste risata.
E’ lui, il moro che porta via tutto,
è lui, il moro con cui resta assieme.

D’improvviso la luce, accecante e crudele
d’improvviso la luce, il moro gli mostra.
Ed ecco che fugge, scappa via disperato,
da quella gran spada che gronda di sangue
dal lungo pennacchio che mente alla gente,
dalla nera figura del cavaliere moro.

Mentre le luce trafigge le macabre ossa
ed in pieno sorprende l’orrenda figura,
ridendo la morte va,
in cerca della sua prossima vita,
e stizzita rifugge la luce,
che questa vita ha salvato.

da "Cuore di Luna" di Pier Giorgio Cardoni, Futura Edizioni. Copyright©2012 - WOMEN@WORK

Numana d’inverno

Onde impetuose
spazzano il molo
con grande fragore;

silenti legni bramano
un raggio di sole
ad illuminare la via del mare;

ed ecco il sole spuntare
fuori dal manto di nuvole
a ricordare il bel tempo lontano.

da "Cuore di Luna" di Pier Giorgio Cardoni, Futura Edizioni. Copyright©2012 - WOMEN@WORK

venerdì 26 settembre 2008

Il Maestro

Anni e anni di frequentazione del barchetta Club Italia, mi hanno portato a conoscere molta gente. Alcune di queste persone sono diventate poi miei grandi amici. Tra questi, c'è chi, come dico io, ha la filosofia innata: un modo di vivere ed interpretare la vita invidiabile, ed anche uno splendido "dono della sintesi" che permette con poche parole di far capire come si debba vivere. Tra questi il Maestro Giorgio da Milano, del quale riporto qui un suo pensiero.
"In vacanza, i miei amici pensavano a cosa portarsi dietro di necessario: chi portava gli attrezzi, chi portava sempre giacca e cravatta che non si sa mai, chi si portava acqua e cibo.
Io portavo la carta di credito
"

Come nebbia d’autunno

Fredda, impenetrabile,
la nebbia s’insinuava.

Lei scomparve così,
come per incanto.

E nell’aria non rimase
che il suo profumo.

da "Cuore di Luna" di Pier Giorgio Cardoni, Futura Edizioni. Copyright©2012 - WOMEN@WORK

giovedì 25 settembre 2008

Due corpi da fondere in uno

Ah, le mie mani sulla tua pelle
come vorrei far scivolare,

e la tua morbida pelle
delicatamente sfiorare.

Le tue gambe ed i seni,
con dolcezza accarezzare,

per poi stringerti:
due corpi da fondere in uno.

E poi amarti,
per ore e ore come nessuno.

In silenzio
vedo i tuoi occhi sorridere,

in silenzio
sento il tuo cuore pulsare.

da "Cuore di Luna" di Pier Giorgio Cardoni, Futura Edizioni. Copyright©2012 - WOMEN@WORK

Un immenso e bellissimo amore

A volte
urlerei a tutti la mia solitudine,
mentre il pensiero vola sino a te,
così lontana.

Allora,
non basta il rumore del vento
che spira tra gli alberi,
o il vivo rosso
d’un silenzioso tramonto autunnale.

Allora,
non bastano le rondini nere
che allegre
planano nel cielo sereno,
o le pazze risate d’un amico sincero.

No,
tutto questo non riesce a placare
il ribollire di un cuore agitato
e solo.

A volte
salterei sul primo treno,
o via, in macchina,
correre, correre sino a te.

Prenderti,
scappare, soli noi due,
come quella volta
nella casa di pietra tra le querce e le colline.

E lì
amarci all’infinito
in un’estasi meravigliosa,
sulla tua pelle la mia mano,

che ti sfiora
delicatamente,
che ti stringe
appassionatamente.

E felici
dormire assieme
in un unico
dolce abbraccio,

non pensando più
a nulla
che non sia amore,
un immenso e bellissimo amore.

da "Cuore di Luna" di Pier Giorgio Cardoni, Futura Edizioni. Copyright©2012 - WOMEN@WORK

mercoledì 24 settembre 2008

La famiglia Pierotti.


Ieri sera c'è stata una cena a dir poco eccezionale, non tanto per i cibi che erano stati preparati, squisiti come al solito, quanto per le persone presenti. Infatti dopo oltre 12 anni è venuto a trovarci mio zio Peppe, fratello di mia madre che vive in Francia. per l'occasione mia mamma ha organizzato questa cena dove oltre allo zio francese erano presenti anche mio zio Gaetano (l'altro fratello di mia madre) con moglie (Adriana) e figlia Alessia), mio fratello Loris con Katia (la sua compagna) e Marta (la mia ragazza). E così abbiamo riunito per l'occasione buona parte della famiglia, i Pierotti, appunto. Nella foto i tre fratelli: da sinistra a destra, Peppe, mia mamma Nella e Gaetano.

La Celestina di Fernando de Rojas nella letteratura inglese: traduzioni ed esiti

Capitolo II
La fama
2.1 Il successo in Spagna
La Celestina ottenne successo a partire dagli stessi familiari di Rojas; infatti il suocero, durante il processo che subì da parte dell'Inquisizione nel 1525, propose come difensore suo genero, "el bachiller Rojas, que compuso a Melibea". Anni dopo, un nipote dello scrittore, quando studiava a Salamanca negli anni 1557-1562, era conosciuto con il soprannome di "El Celestina". D'altra parte nelle Relaciones Topogràficas ordinate da Filippo II e terminate tra il 1575 e il 1580 (si tratta forse della prima inchiesta statistica realizzata in Castiglia), alla domanda su "personas señaladas en letras, armas y en otras cosas", la risposta data dagli abitanti de La Puebla de Montalbàn fu chiara: "de la dicha villa fue natural el bachiller Rojas, que compuso a Celestina".
Aldilà di queste curiosità, benchè significative, è certo che la Celestina conobbe un incredibile successo: fu l'opera spagnola più editata nei secoli XVI e XVII. Esercitò quindi la sua influenza in modo quasi immediato sulla letteratura spagnola successiva. L'aragonese Pedro Manuel de Urrea pubblicava già nel 1513 la Égloga de la tragicomedia de Calisto y Melibea de prosa trobada en metro, e nel 1514 Penitencia de Amor, una curiosa integrazione del Càrcel de Amor e della Celestina.
Ci furono anche altre versificazioni, colloqui e romanzi celentineschi; si scrissero divertenti "disparates", come quello che inizia "En dança mil putas viejas / a modo de Celestina", testamenti di Celestina in versi, curiosità come Celestina la vieja en chistes o Celestina la graduada, opera dello strampalato personaggio Francisco de Orellana. Opere anonime di teatro, sempre del Cinquecento, si ispirarono direttamente a certi aspetti della Celestina: Hipòlita, Seraphina, Thebayda, o la Tragicomedia de Lisandro y Roselia o tercera Celestina, di Sancho de Muñòn, in cui la strega è addirittura la nipote di Celestina. Parlando di successioni o discendenze è interessante la Tragicomedia de Polidoro y Casandrina, anonima, dove la protagonista Corneja succede ad Elicia, che venne dopo Celestina, a cui insegnò Claudina. L'autore, senza dubbio, aveva letto bene la Celestina.
La figura della vecchia ruffiana esercitò un notevole influsso anche in tutta la tradizione posteriore: così nella Égloga de Plàcida y Victoriano, di Juan del Encina; nella Barca do Inferno di Gil Vicente; nella Himenea di Torres Naharro; in alcune novelle esemplari di Cervantes e nella Tìa fingida attribuita per un certo periodo allo stesso Cervantes; in diverse commedie di Lope de Vega oltre che, naturalmente, nella sua Dorotea. Una menzione particolare meritano la Segunda Celestina (1534) di Feliciano de Silva, famoso per essere uno dei continuatori dell'Amadis de Gaula,e la Lozana andaluza (1528) di Francisco Delicado. Una delle ultime "reincarnazioni" di Celestina come strega, la troviamo nella fattucchiera Celeste in La Razòn de la sinrazòn (1915) di Benito Pérez Galdòs. Certamente, si può dire che non sono stati Calisto e Melibea i personaggi dell'opera di Rojas che hanno avuto successo nella tradizione letteraria e culturale spagnola, bensì la vecchia Celestina.

martedì 23 settembre 2008

Moano

Tra i miei primi post citavo il mio amico Federico e la sua filosofia, portando come esempi alcune frasi. Tra queste, un paio non erano del Conte ma di Moano il bagnino.
Mitologico personaggio della riviera romagnola, ogni tanto se ne esce con dei veri e propri aforismi sul suo modo di intendere la vita.
Nella settimana appena passata Moano ci ha regalato una nuova massima filosofica.
Il Conte era andato da lui per organizzare un cocktail serale/notturno sulla spiaggia, in occasione del raduno di barchette di cui vi ho parlato. Purtroppo avendo piovuto per tutta la settimana, lo stabilimento era chiuso e quindi la cosa non si è potuta organizzare. E qui Moano ha voluto chiudere con un suo pensiero.
"Che poi a voi, dite la verità, che state sempre a parlare di auto e macchine, su, in fondo a voi interessa la figa, non ce la stiamo a menare poi più di tanto... E qui con questo tempo e la sabbia bagnata, di figa non ce n'è mica."
Non contento chiude con questa massima:
"Che poi, cos'è la macchina? è un passatempo tra una figa e l'altra!"

La Romagna vista dalla barchetta...

Il raduno organizzato da Federico, Conte Rugi di Galciana, nella sua Romagna, è stato uno spasso. Oltre ad avere avuto l'opportunità di vedere posti nuovi, mangiare una quantità immonda di prelibatezze locali, mi sono anche divertito da matti.
Infatti, il programma originale del raduno, che Fede aveva avuto l'accortezza di fornirci in copia cartacea all'arrivo, è stato quasi completamente stravolto, un po' a causa del tempo inclemente, un po' per la fantasia e simpatia dei partecipanti, nonchè dell'organizzatore, che ovviamente non riusciva a stare dietro a tutti i 60 ospiti.
Infatti l'iniziale cocktail notturno sulla spiaggia è saltato causa maltempo, San Marino ci siamo andati la domenica invece che il sabato e in autodromo non siamo riusciti a girare. In compenso le visite ai punti cruciali e fondamentali di ogni raduno, e cioè i ristoranti, sono stati rispettate.
Da parte mia ho iniziato il raduno già dal venerdì sera, essendo arrivato nel pomeriggio, celebrando la cosa con una cena di pesce insieme al Conte Rugi, il Comandante Corallini, il Dott. Sirimarco e le loro gentili signore.
Qui il cameriere ci deve aver scambiato per un gruppo di sprovveduti turisti russi (i tedeschi non vengono più a Rimini, se girate un po' vedrete solo cartelli in cirillico) perchè ha provato subito a piazzarci quello che voleva lui: "Vi porto 4 menù completi da 50 euro e poi ve li dividete, va bene?". Per sua sfortuna l'abbiamo obbligato a portarci il listino dei piatti in menù per farci scegliere quello che volevamo, nonostante avesse mentito spudoratamente sull'inesistenza dei listini stessi.
Il sabato mattina il raduno è inizato come da tradizione: appuntamento per tutti alle 10:45 e partenza con clamoroso ritardo di un'ora sulla tabella di marcia.
Ci siamo così messi in marcia per San Leo, dove non ero mai stato. Gran bel paesino, davvero, merita una visita più accurata. A noi ci aspettavano per una visita guidata alla Rocca. Lì una severissima guida turistica, che parlava come Anna Marchesini quando interpretava la professoressa (cioè allungando la prima sillaba per permettere agli ascoltatori di capire meglio), ci ha mostrato le varie parti della Rocca di San Leo, famosa per essere stata una prigione papalina e soprattutto per aver annoverato tra i suoi "ospiti" Giuseppe Balsamo Conte di Cagliostro. Prima della visita, però tappa obbligata è stato il ristorante, dove oltre ad avere mangiato benissimo, ci siamo divertiti un sacco, grazie al ristoratore che sembrava lo zio di Paolo Cevoli (si somigliavano sia fisicamente che come tonalità e accento della voce). Grande oratore nel descriverci la composizione del menù che avremmo assaggiato, drastico nel non rispondere a richieste di coca-cola al posto del vino.
Nel pomeriggio siamo poi rientrati a Rimini, in tempo per vedere l'arrivo delle ultime auto partecipanti al Gran Premio Nuvolari, auto che dopo una splendida cena a buffet (lasagne, tagliatelle, maialino, dolci, ecc.), siamo andati a rivedere, per poi accomodarci sulle sedie di un Caffè per bere qualcosa.
Ma è la domenica che il programma è stato stravolto di più. L'ordine era di essere in auto alle 9:30. E a quell'ora a dire il vero c'eravamo quasi tutti, tranne un paio di equipaggi che avevano evidentemente capito di essere a tavola per colazione alle 9:30. Così siamo partiti di nuovo in ritardo, per San Marino. E lì, complice il fatto che qualcuno non ha rispettato la sosta agli incroci per indicare la strada (è un metodo particolare che usiamo per non perderci), mezzo gruppo si è perso sulle vie del Monte Titano. Risultato è stato che mentre io avevo appena messo 1 euro per la sosta gli altri se ne stavano già ritornando verso Misano.
Comunque anche stavolta più o meno siamo riusciti a ricreare il gruppo (ehm, a dire il vero 3 o 4 auto e rispettivi equipaggi, le abbiamo lasciate a San Marino) e ad arrivare all'autodromo con la solita oretta di ritardo. Purtroppo qui, invece che Siegfried Stohr come da programma, ad attenderci c'era una tipa in Smart, a metà tra la Frau Blücher di Frankenstein Junior (per la severità) e la Stefania Nobile figlia di Vanna Marchi (per l'aspetto), che in pochi minuti spiega al nostro organizzatore che non ci avrebbe fatto girare in pista. Per mitigare la delusione decidiamo con la supervisione di "Skeletro" (mitico barchettista e grande amico) di mettere le barchette in parata cromatica. Dopodichè tutti a pranzo in un posto molto singolare, situato in aperta campagna romagnola. Infatti appena scesi dalle auto una cameriera ci fà:"Benvenuti, vi ho sistemato nelle stalle, vi va bene?". E non scherzava minimamente. Infatti le sale del ristorante sono ricavate per metà dentro delle stalle ristrutturate e per l'altra metà in un vecchio vagone ferroviario. E siccome i luoghi sono piccoli, chi arriva tardi mangia fuori, all'aperto... Per citare Montesano quando faceva la romantica signora inglese, "Pittoresco, molto pittoresco".
E anche qui grande abbuffata.
Grazie Federico.

barchette di oggi e di ieri

Durante il raduno del barchetta Club Italia a cui ho partecipato, abbiamo incontrato le auto del Gran Premio Nuvolari, manifestazione di auto storiche. Guardate un po' la mia barchetta con chi ha condiviso il parcheggio notturno... e quando mi ricapita!

Raduno barchetta Club Italia in Romagna.


Ho pubblicato le foto del raduno in Romagna sulla mia pagina Facebook.
Cliccate sulla foto per vederle.

Aggiornamenti...

Bene, bene, sono tornato dal raduno romagnolo e vi devo raccontare un po' quello che è successo. Poi ho un sacco di foto da scaricare e pubblicare, postare un'altro capitolo della tesi, e, piccola chicca, ho una nuova massima filosofica di Moano. Nel giro di due o tre giorni farò tutto, tra qui e Facebook, promesso. Intanto sappiate che mi sono divertito un sacco, ho conosciuto nuovi amici, visto automobili fantastiche, mangiato (al solito) troppe cose buone... Ora vado a nanna.

venerdì 19 settembre 2008

Come se fosse Caronte...

Sogno veramente strano, questa notte. Anche perchè ieri non ho mangiato pesante (btw, ho ordinato un piatto di umbricelli e mi hanno portato dei normali spaghetti...) e poi ero anche in ottima compagnia. Anyway... passiamo al sogno.
Mi trovo su una nave insieme ad altra gente, in aperto mare, quando all'improvviso incrociamo un'altra nave. Quando finalmente ci si accosta mi rendo conto che è un vecchio veliero, di quelli dei film sui pirati. Il veliero si avvicina in modo tale da poter salire a bordo. E lì ci rendiamo conto di una cosa. La nave è grigio scuro, con a bordo solo fantasmi e cadaveri. Tra loro spunta una figura femminile, eterea, anche lei un fantasma. La riconosco, è Marta, la mia ragazza. Ma quando sale a bordo della nostra nave, da fantasma torna ad essere una persona viva e vegeta. Così, dopo averla presa a bordo, ci allontaniamo dal veliero fantasma. E qui inzia una serie di viaggi ed avventure di cui a dire il vero non ricordo molto, se non che ad un certo punto mi ritrovo con un mio vecchio amico, che non vedevo più da anni. Siamo in un castello e dobbiamo uscire per andare non so bene dove. Prendo tutte le mie cose ma non ritrovo i cellulari. Così inizio a rovistare per tutte le stanze del castello, finchè trovo un mio ghiacchetto di jeans con i cellulari dentro. Finalmente usciamo. Dopo un po' mi ritrovo sulla nave in mare e poco dopo rivediamo il veliero. Ci riaccostiamo. Marta, che fino a quel momento era sempre stata con me, ritorna a bordo del veliero. E come risale sulla nave fantasma, anche lei torna ad esserlo, grigia ed eterea, insieme alle altre anime morte. E a questo punto mi spiega che quella è la nave che trasporta i morti nell'aldilà, e lei ne è al comando. Ci riallontaniamo, lasciando Marta e la sua nave fantasma al suo destino. Io sbarco e vado in ufficio ma con ben 45 minuti di ritardo.

mercoledì 17 settembre 2008

Eehh, ma quilla è 'na signorina, ma ...

Dialogo ascoltato in un negozio...
Una commessa (sulla 60ina, robusta) sta parlando con un signore, probabilmente uno dei responsabili del negozio. Il dialogo è tranquillo e sullo scherzoso.
Ad un certo punto, il signore in questione, indicando un'altra commessa (sulla 45ina, abbronzata e tutta curata) dice alla signora: "Allora dovrò chiedere a quella signorina."
La prima commessa, risponde, con forte accento perugino:"Eehh, ma quilla è 'na signorina, ma col culo da signora!"
Mentre il suo interlocutore si ritira un attimo indietro, imbarazzato, la seconda commessa, tirata in ballo risponde piccata:"Guarda che io sono tornata signorina!" riferendosi probabilmente al fatto di essersi separata (o divorziata).
E qui, la prima commessa chiosa alla grande:"E siee, tu sì, ma 'l culo 'n c'è artornato!!" facendo così scappare via il suo imbarazzatissimo interlocutore.

La Celestina di Fernando de Rojas nella letteratura inglese. traduzioni ed esiti.

1.3 Le fonti
Nel caso della Celestina, la critica ha stabilito in modo abbastanza chiaro quali siano state le fonti della Tragicommedia. In primo luogo risalta Petrarca, solo occasionalmente in modo diretto e, invece, in generale attraverso l'indice dell'Opera Omnia dell'Italiano pubblicata a Basilea nel 1496.
E' straordinaria l'abilità di Rojas nell'utilizzare, manipolare e incastrare nel suo testo e per i suoi propositi le frasi selezionate. Naturalmente bisogna considerare che l'importante prologo filosofico di Rojas proviene direttamente dalla prefazione di Petrarca al secondo libro della sua De Remediis utriusque fortunae.
Nella Celestina, oltre al citato Arcipreste de Hita, appaiono oltre a svariate collezioni di aforismi classici, anche Aristotele, Seneca, Ovidio, Boezio, Boccaccio, Andrea Capellanus, la commedia umanista, Nicolàs Nùñez, Jorge Manrique, Juan de Mena, Rodrigo Cota, la Càrcel de Amor di Diego de San Pedro, testi legali utilizzati dai giuristi, senza dimenticare il continuo uso di detti ed espressioni proverbiali.

domenica 14 settembre 2008

Contromano

Sarà stata la settimana appena finita, che ho passato a iper-lavorare, e quindi la sera ero decisamente stanco, oppure il fatto che sono abbastanza stressato, ma l'altra notte dal sonno ne è uscito fuori un sogno particolare, dove c'erano sia mio fratello che mia madre.
Io mi trovavo in montagna, in attesa di prendere la seggiovia per andare su una pista da sci. Siccome l'attesa era un po' lunga, data la fila, mi arrampico sul primo pilone e salgo fino in cima. Da qui inizio a fare l'equilibrista camminando sopra i tralicci della seggiovia, in direzione della montagna. Nel frattempo l'immagine si sposta allo chalet che avevamo affittato dove vedo mio fratello che dorme in un letto. Poi torno a vedere quello che succede sotto di me ed ecco che scorgo la mia barchetta. Alla guida c'è mia madre. Mi ricordo che aveva rotto la sua e le avevo prestato la mia auto. Però mia madre compie una manovra non corretta: infatti imbocca la superstrada dal senso contrario! Allarmato dal pericolo che sta correndo, prendo il cellulare e chiamo la polizia stradale, poi mi metto a correre sui tralicci per ridiscendere.
Nel frattempo mio fratello è sempre nella sua camera nello chalet, a dormire.
Arrivo alla stazioncina di partenza della seggiovia, e poco dopo la polizia mi riporta mia madre, avvolta in una coperta - come nei film americani quando recuperano un superstite di qualche sciagura - ma sta bene. E' un po' invecchiata ed ha i capelli ricci, invece che lisci, ma sta bene. Tranquillizzato chiedo come è andata. La polizia mi spiega che hanno faticato un po' a fermare mia madre, inseguendola per un po'. Già mi immagino mia madre che infastidita dice "E questi qua che vogliono?"... Comunque dopo un lungo inseguimento l'avevano bloccata e fatta parcheggiare in una piazzola di sosta. A questo punto mi accorgo che mia madre me l'hanno riportata ma la mia barchetta no e allora chiedo. E mi dicono che essendo stato commessa un'infrazione grave, l'auto è sotto sequestro e non me la restituiranno...
Torniamo a piedi allo chalet, dove mio fratello continua a dormire beato...
Qui finisce il post.

HDReady o FullHD?

Dialogo in un negozio di articoli di elettronica tra una cliente ed un addetto alle vendite.
"Buongiorno, io e mio marito vorremmo comprare un televisore, di questi nuovi piatti, che sia di buona qualità; e mio marito dice che deve avere un bel contrasto"
"Va bene signora, le faccio subito vedere cosa abbiamo, ma prima di parlare di contrasto mi deve dire se volete un televisore HD-Ready o Full-HD".
"Abbastanza Full, grazie."

giovedì 11 settembre 2008

La Celestina di Fernando de Rojas nella letteratura inglese: traduzioni ed esiti.

1.2 L'autore.
L'edizione del 1500 è nota perchè nelle strofe El autor, escusandose si può leggere, in acrostico: "El bachiller Fernando de Rojas acabò la comedia de Calysto y Melybea y fve nascjdo en la Pvebla de Montalvàn". Quindi attraverso un semplice stratagemma appariva non solo il nome ma anche la professione e il luogo di nascita dell'autore dell'opera, Fernando de Rojas, appunto.
Dietro questi scarsi, anche se fondamentali, dati si celava la biografia di un giudeo-converso castigliano, segnata in ogni momento dal pericolo, l'insicurezza ed il sospetto (motivi che giustificano il servirsi dell'acrostico per nascondere il proprio nome. Infatti, nonostante le origini asturiane della famiglia, probabilmente inventate per creare delle radici vetero-cristiane, Fernando era figlio di Hernando de Rojas, condannato dalla Inquisizione di Toledo nel 1488 come ebreo e forse giustiziato. Qualche anno prima, sempre a Toledo, l'Inquisizione aveva già "riconciliato" un altro ramo della famiglia, i Franco, dal chiaro cognome convertito.
Rojas nacque ne La Puebla de Montalbàn - come egli stesso dichiara - non lontano da Toledo, intorno al 1476. Studiò Legge presso l'Università di Salamanca tra il 1494 e il 1502; all'incirca nell'anno 1500 era comunque già "bachiller".
Fu proprio durante il periodo degli studi a Salamanca che Rojas scrisse gli atti II-XVI della Celestina, durante "quinze dìas de vacaciones" come lui stesso ricorda nella carta a un su amigo.
Nel 1507, per problemi di carattere fiscale, Rojas si trasferisce a Talavera de la Reina, dove si dedicò all'esercizio della professione e, più tardi, divenne sindaco della città e si sposò con Leonor Alvarez, anche lei convertita. Tra le poche note biografiche di Rojas, lo troviamo come testimone a favore in un processo contro un altro ebreo, e come difensore in un altro processo contro Alvaro de Montalbàn, suocero dello scrittore, accusato e condannato dal Santo Officio per certe dichiarazioni che Rojas riporterà nella sua opera per bocca di Celestina.
Fernando de Rojas morì nel 1541 a Tavalvera.
A conclusione ci si consenta di formulare la seguente domanda: perchè Rojas dopo un'opera come la Celestina non scrisse più nulla? Possiamo provare a cercare la risposta nelle parole di Juan Goytisolo:
"El enigma del silencio de Rimbaud y de Rojas se explica tal vez si concluimos que, habiendo dicho lo que tenian que decir, ambos, simplemente, se sobreviviàn: Rimbaud en una fuga patética de si mismo [...], Rojas [...] aplacado por una creaciòn literaria que era su imprescindible respuesta personal a la despiadada agresiòn de la vida [...]. La deuda habìa sido cancelada."

domenica 7 settembre 2008

Carnivore, Grasse & Co.

Circa tre anni fà, avevo acquistato 3 o 4 piantine grasse per abbellire casa.
Qualche mese dopo è iniziata quella che sarebbe divenuta una passione e un ennesimo hobby, la coltivazione (seppur in forma non massiccia) di piante. Così oggi le mie terrazze sono piene di piante. La maggior parte sono piante succulente e grasse, ma ho anche alcune piante carnivore, bonsai, una rosellina e - dentro casa - un paio di piante d'appartamento classiche.
Dopo i primi due anni di cure assidue, quest'anno - per vari motivi - ho mollato un po' "i remi" e di conseguenza le mie piante ne hanno risentito. Ho infatti avuto alcune perdite e altre piante hanno perso la loro bellezza. Poi però ho ripreso a seguirle e alcune di loro mi stano tornando a dare delle soddisfazioni. Una di queste è una carnivora, Nepenthes Alata, acquistata l'anno scorso bella rigogliosa e con 5 o 6 ascidii grossi grossi. La Nepenthes è una carnivora con trappole passive, a forma di brocche, gli ascidii appunto, dove gli insetti cadono e non riescono più a uscire. Quest'inverno aveva perso tutte le sue trappole, seccatesi via via. Allora le ho cambiato posto, mettendola in terrazza. Sulle prime si è un po' offesa, scottandosi le foglie, ma poi ha ripreso bene. Ora ha germogliato due nuove piantine, ognuna con le sue piccole trappole, e soprattutto ha ripreso a fare ascidii nuovi sulla pianta principale. Accanto a lei ho messo una seconda Nepenthes, più piccola.

Queste due nephentes hanno un nome proprio. La grande si chiama "Hannibal", la piccola "Mercoledì" (rispettivamente in omaggio a Mr. Lecter e alla piccola di casa Addams).

Ah, dimenticavo, se sbirciate sull'album fotografico che ho su photobookmania, linkato a lato, troverete le foto (sono dello scorso anno) di quasi tutte le mie piante.

sabato 6 settembre 2008

Playlist del mese - settembre 2008

Nuova lista di video per il mese di settembre. Ho preso spunto da un bellissimo brano degli Incognito, Still A Friend Of Mine (se cliccate troverete una stupenda versione, differente da quella in playlist) per creare questa playlist, dove quindi troverete brani acid jazz, funk e neo-soul.
Ecco l'elenco completo, nel caso il player sotto si metta a fare capricci:
Galliano - Prince of Peace (non lo vedete in playlist perchè l'embedding non è possibile)
The Brand New Heavies - Dream On Dreamer
Jamiroquai - Blow Your Mind
Incognito - Still A Friend Of Mine
Amel Larrieux - Get Up
Massive Attack - Unfinished Sympathy
Incognito - Deep Waters
Tricky - Overcome

martedì 2 settembre 2008

Gloria & le Amarene Amare

E' da poco finito il Ferrara Buskers Festival, che ha avuto tra i partecipanti la mia amica Gloria insieme al suo gruppo di attori, le Amarene Amare. Per darvi una piccola idea della simpatia che sprigionano ecco tre video delle loro gesta teatrali. Come dico io, sono talmente fuori che recitano in strada...

Io odio Thomas


Fast Cenerentola


Dove sono le mie rane

lunedì 1 settembre 2008

1 anno bloggando

Il 30 agosto è stato il compleanno di questo blog. E' passato un anno da quando per scherzo ho aperto questa paginetta e ho iniziato a postare. In questi 12 mesi a "Il Blog di PG" ho aggiunto una pagina di video su YouTube, linkato delle pagine di foto che avevo sparse per la rete, creato una pagina su Facebook che ora raccoglie tutte le foto che scatto in giro (nonchè i link a altre pagine Facebook di miei amici). Ai post che scrivo regolarmente, ho unito alcune ideuzze, come la playlist mensile, con video sempre diversi (abbiate pazienza ma troverete solo musica che piace a me), e i link ai siti/blog dei miei amici o di siti che consulto per i miai hobby (auto, modellismo, piante, film). Insomma questo blog è diventato il mio mini-portale.
Ad oggi ho ricevuto 4225 visite con 7371 pagine viste. Non è molto ma questo è un blog personale e i miei visitatori sono in gran parte miei amici. Sono comunque contento.
Buon compleanno!

COMING SOON

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