mercoledì 30 luglio 2008

Classic Mini Raid Perugia - Santarcangelo di Romagna - Monaco di Baviera

1752 km dopo... Prima parte.
Questa zingarata inizia in pratica con il mio arrivo, venerdì sera, a casa del Conte di Galciana e Madame Gloria, ospiti anche i signori Conti padri. Il padrone di casa, improvvisatosi fuochista, ci ha deliziato con una splendida grigliata di carne e cruditèe. Al mattino dopo, mi sveglio, esco in giardino e vedo, parcheggiata davanti alle nostre Mini, una Clubman di quelle nuove, ...a gasolio.
La Mini Clubman della Bmw la riconosci, perchè gli stilisti hanno cacciato i mancorrenti - si, insomma, i tubi portabagagli - sotto la carrozzeria del tetto e non sopra la stessa, come natura vuole, col risultato che il tetto sembra avere delle gobbette ai lati. Il Conte mi spiega che è la nuova auto del Pirletti, il suo vicino di casa. Dopo colazione, mentre attacchiamo gli adesivi con i nomi (stile auto da rally) sui finestrini posteriori, ho modo di conoscerlo, perchè il Pirletti si affaccia in terrazza e si informa sui preparativi e sulla destinazione.
Laviamo la Mini, facciamo il pieno e partiamo. Alle 8:42 entriamo in autostrada.
Il viaggio verso nord è tranquillo e allegro, al ritmo di "Vamos a la Playa" e "Ma Quale Idea", fino a incontrare poco dopo Verona un mega-ingorgo, di quelli dove tutte le auto sono ferme (ferme, non al rallenty) ma che poi alla fine non è successo niente. Il che ti fa pensare su cosa causi queste enormi file...
Lasciamo l'Italia entrando in terra Austriaca e subito cambia il tempo e la temperatura... Al solito, come sempre nei nostri viaggi nel Tirolo, ci aspetta un cielo cupo, scuro, carico di pioggia... Per rendere l'idea, avete presente l'orizzonte che vedono Sam e Frodo quando guardano verso il loro destino, il Regno di Mordor? Ecco.
Nel traffico alcuni simpatici incontri, dapprima delle station wagon con targa Danese con degbli enormi fari fendinebbia accoppiati davanti (non semplicemente messi davanti ma accoppiati veramente, cioè al centro del muso e uniti). Ci chiediamo quali nebbie impenetrabili li aspettino... ripenso alla bruma de "Il 13° Guerriero"... Più avanti una coppia in viaggio di ritorno verso casa, su un sidecar, un glorioso Ural con targa Tedesca. Scattiamo qualche foto e un breve video e la signora sorride divertita. Giunti a Innsbruck, sintonizziamo lo stereo su Radio-Tirol, impostiamo il navigatore (data la voce femminile, lo ribattezziamo Jennycastellani, in onore di Miss Patacca Vigliacca 2008) in modalità "Pfrang" e lasciamo l'autostrada per una più panoramica statale, in direzione Garmisch. Lì, l'Oscuro Signore di Mordor ci attendeva: un diluvio universale da non vedere neanche il muso della Mini ci ha accompagnato fino al confine con la Germania...
Infatti lasciata la terra della Wiener Schnitzel torna il sereno ed il caldo. La modalità "Pfrang" di Jennycastellani ci ha fatto risparmiare un bel po' di km, oltre a permetterci di vedere foreste e paesini tipici. Così dopo solo 10 ore di viaggio arriviamo a Gräfelfing, all'Hotel "Mulino Bianco", dove ci accolgono con un "Buonasera, arrivati siete?" con tipico accento di Cefalù.
Dopo aver conversato amabilmente con il ragazzo della reception, saliamo in camera. Che dire... conoscevamo già il Mulino Bianco per esserci stati durante un'altra nostra zingarata, 3 anni fà... ma non ricordavamo gli accostamenti cromatici dell'arredatore...
La nostra camera abbina il grigio perla al rosa salmone, con colonne decorate a mo' di marmo di Carrara (leggi: colorate a mano ad imitare il marmo). Tra l'altro sul link che ho messo prima, se cliccate su zimmer, in primo piano c'è proprio la foto di questa camera. Non vi dico nulla, neanche sotto tortura, (e il Conte farà altrettanto) sulla tavoletta/coperchio della tazza in bagno.
Contattiamo Remo e Jutta, ci dicono che in mezzora saranno lì per andare a cena con noi. E in effetti, dopo 30 minuti esatti sono all'Hotel. Per la serata Remo ha scelto la sua Fiat Coupé Turbo5 (come la chiama lui, perchè monta un 2000 turbo 20v 5 cilindri)), blu metallizzata, interni in pelle cuoio, bellissima e tenuta in modo impeccabile. Resta un mistero la sua potenza effettiva perchè Remo glissa sempre elegantemente sulla domanda, a volte rispondendo "E' tutta ti serie, ha solo scarico Supersprint, ...ma non zi fede", altre volte invece "Quanti cavalli non zò, ...però è una pestia!". Glissa anche sul consumo, sorridendo sornione...

Se eri un bambino negli anni '70, come hai fatto a sopravvivere?

1. Da bambini andavamo in auto che non avevano cinture di sicurezza nè airbag...
2. Viaggiare nella parte posteriore di un furgone era una passeggiata speciale e ancora ne serbiamo il ricordo.
3. Le nostre culle erano dipinte con colori vivacissimi, con vernici a base di piombo...
4. Non avevamo chiusure di sicurezza per i bambini nelle confezioni dei medicinali, nei bagni, alle porte...
5. Quando andavamo in bicicletta o in moto non portavamo il casco...
6. Bevevamo l'acqua dal tubo del giardino, invece che dalla bottiglia dell'acqua minerale.
7. Trascorrevamo ore ed ore costruendoci carretti a rotelle ed i fortunati che avevano strade in discesa si lanciavano e, a metà corsa, si ricordavano di non avere freni... Dopo vari scontri contro cespugli, imparammo a risolvere il problema. Sì, noi ci scontravamo con cespugli, non con auto!
8. Uscivamo a giocare con l'unico obbligo di rientrare prima del tramonto. Non avevamo cellulari... cosicchè nessuno poteva rintracciarci. Impensabile!
9. La scuola durava fino alla mezza, poi andavamo a casa per il pranzo con tutta la famiglia (sì, anche con il papà). Incredibile!
10. Ci tagliavamo, ci rompevamo un osso, perdevamo un dente e nessuno faceva una denuncia per questi incidenti. La colpa non era di nessuno, se non di noi stessi.
11. Mangiavamo biscotti, pane olio e sale, pane e burro, bevevamo bibite zuccherate e non avevamo mai problemi di sovrappeso, perchè stavamo sempre in giro a giocare.
12. Condividevamo una bibita in quattro... bevendo dalla stessa bottiglia e nessuno moriva per questo.
13. Non avevamo Playstation, Nintendo64, XBox, videogiochi, televisione via cavo con 999 canali, videoregistratori, dolby surround, cellulari personali, computer, chatroom su internet... avevamo invece tanti AMICI.
14. Uscivamo, montavamo in bicicletta o camminavamo fino a casa dell'amico, suonavamo il campanello o semplicemente entravamo senza bussare e lui era lì e uscivamo a giocare.
15. Sì! Lì fuori! Nel mondo crudele! Senza un guardiano! Come abbiamo fatto? Facevamo giochi con bastoni e palline da tennis, si formavano delle squadre per giocare una partita; non tutti venivano scelti per giocare e gli scartati dopo non andavano dallo psicologo per il trauma.
16. Alcuni studenti non erano brillanti come altri e quando perdevano un anno lo ripetevano. Nessuno andava dallo psicologo, dallo psicopedagogo, nessuno soffriva di dislessia nè di problemi di attenzione nè di iperattività; semplicemente prendeva qualche scapaccione e ripeteva l'anno.
17. Avevamo libertà, fallimenti, successi, responsabilità... e imparavamo a gestirli.

La grande domanda allora è questa:
Come abbiamo fatto a sopravvivere? e a crescere? e a diventare grandi?

venerdì 25 luglio 2008

Classic Mini Raid Perugia - Santarcangelo di Romagna - Monaco di Baviera

Finalmente stasera si parte. Dopo mesi che ne parlo con il mio compare, il Conte, stasera lo raggiungo a Santarcangelo e domani mattina si parte per Monaco di Baviera, per partecipare ad un raduno di Mini. Mini classiche, per la precisione. E infatti andiamo con la mia Mini Classic 35 del 1994.
Questa la mappa della prima parte, Perugia - Poggio Berni.

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Domani mattina, poi, partiremo alla volta di Monaco di Baviera, dove ci aspettano a cena i nostri amici Jutta e Remo, e una confortevole camera al Mulino Bianco.

Ed ecco la mappa del viaggio


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Il raduno, organizzato dal Mini Club Munchen, si svolgerà domenica a Gröbenzell


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Appena rientrati scriverò un post sull'evento.

mercoledì 23 luglio 2008

Potrebbe andare peggio...

... Potrebbe piovere. Sentenziava Igor.
Oppure potrebbe andare peggio ad un altro...
Giovedì scorso, nove e mezza di sera, esco per mettere un po' di benzina alla Mini. Arrivo al distributore, chiuso ma con self-service e colonnine multipompe. Parcheggio accanto alla pompa n. 2, vado alla colonnina "mangiasoldi", infilo 5 euro e premo 2... Aaarrgh!!!!! Con terrore noto che sotto alla scritta "2" c'è la didascalia "diesel". Ho beccato l'unica colonnina distributrice non multipompa. E ovviamente la mia Mini va solo a benzina... Partono le imprecazioni... Mi rassegno, poteva andare peggio, poteva piovere, appunto... Nel senso che invece di 5 avrei potuto aver infilato 20 euro... Cambio colonnina, mi accerto che sia multipompa e con benzina. Torno alla "mangia-ruba-soldi" e carico 10 euro. Mentre faccio benzina si ferma una Ford Ka, utilitaria con un classico aste e bilancieri a benzina. Parcheggia davanti alla pompa n. 2 (che se avesse un viso e una bocca starebbe lì a ridere sorniona, in attesa della preda...). Dalla Ka esce una signora e ignara si dirige verso la colonnina "mangiasoldi". Intanto io finisco il rifornimento ma, nel rientrare in auto, seguo le mosse della signora. Infila una banconota, preme 2, prende la pompa e la infila nel bocchettone del serbatoio della Ka... Decido a quel punto di lasciare la signora e la sua Ka al loro destino crudele, pensando appunto che "potrebbe andare peggio... potrebbe piovere". Nel serbatoio della Ka è appena iniziata una pioggia di gasolio...

martedì 22 luglio 2008

La banconota da 100.000 euro.

Altro sogno, breve, avuto subito dopo il secondo raccontato nel post precedente.
Nel sogno, purtroppo, un parente muore. Ci lascia una bella eredità fatta di proprietà e denaro. Molto denaro. Io devo accompagnare ed aiutare mia madre, che deve gestire questo lascito. Nel sogno è abbastanza più anziana di quanto lo è nella realtà; inoltre, stranamente, è anche abbastanza rimbambita. Stranamente, perchè nella realtà non lo è per niente. Comunque, vista l'età avanzata ed il rimbambimento, la devo seguire. Tra le varie commissioni dobbiamo andare a comprare qualcosa (nel sogno non è chiaro cosa); al momento di pagare, mia madre apre la borsa, estrae il portafoglio e ne tira fuori una banconota. Il biglietto è di dimensioni enormi e bianco latte. Lo guardo meravigliato e mi accorgo che è una banconota da 100.000 euro. La prendo immediatamente e la rimetto nel portafoglio, sgridando mia madre. Le dico se è matta a girare con tutti quei soldi, e le chiedo se si rende conto che sono circa 200 milioni di vecchie lire. Lei mi dice che è una parte dell'eredità e che non voleva prendere quella banconota ma una da 50 euro, per pagare. Rimette il portafoglio in borsa, paga e poi ce ne andiamo.

L'accompagnatore.

Per due notti di seguito ho avuto lo stesso sogno. Cioè, la "trama" generale era la stessa, così come la "location", cambiavano i protagonisti (oltre a me) e alcuni particolari. In pratica accompagnavo una persona in un locale notturno.
Nel primo sogno ero insieme a mio padre. E' molto tempo che non lo sognavo più, sono passati due anni e mezzo dalla sua morte e mi è venuto a trovare in sogno soprattutto durante il primo anno.
Questa volta lo accompagnavo in un locale notturno, una villa in collina. Era una notte estiva e mio padre aveva indossato il suo smoking nero, completato da un papillon sempre nero e una fascia in seta rossa. Per tutta la sera sono stato ad aspettarlo nel giardino del locale, seduto su una sedia di vimini, ad ascoltare musica e bere qualcosa. Verso metà serata una ragazza chiama il mio nome ad alta voce. Mi aveva riconosciuto e voleva salutarmi. Ad un certo punto mi rendo conto che è molto tardi, entro nel locale alla ricerca di mio padre e lo trovo sorridente che sta parlando con altre persone. Gli faccio cenno di andare via, lui saluta tutti e viene da me. Poi finalmente torniamo a casa.
Nel secondo sogno, la notte seguente, torno ancora nello stesso locale. Questa volta devo accompagnare la mia ragazza che per quella sera deve lavorare lì come cameriera. Io non avrei dovuto uscire e così avevo già indossato un mio pigiama in pile azzurro. Poi però decido di accompagnarla e così esco in pigiama. La porto al locale in auto, lei va a lavorare e io resto in macchina ad aspettarla. Non esco perchè sono in pigiama. Aspetto che finisca di lavorare e poi torniamo insieme a casa.

mercoledì 16 luglio 2008

Happy Birthday To Me!!!!

Oggi è il mio compleanno e siccome sono allegro mi dedico queste canzoni:

Bee Gees "You Should Be Dancing"


KC & The Sunshine Band "Get Down Tonight"


Kool & The Gang "Celebration"
.

martedì 15 luglio 2008

Le Regole degli Uomini

E’ risaputo che l’universo femminile ha regole ferree ed inappellabili....
Questo manifesto è un atto di ribellione di noi Uomini ed una guida per le nostre donne.
Le nostre Regole sono enumerate secondo il proprio livello di priorità

1. Le tette sono fatte per essere guardate ed è per questo che lo facciamo.
Non c'è modo di modificare questo comportamento.
2. Imparate ad usare la tavoletta del cesso.
Siete ragazze robuste: se è su, tiratela giù. A noi serve su, a voi serve giù. Noi non ci lamentiamo mai quando la lasciate giù.
3. Domenica = sport.
E' un evento naturale come la luna piena o il cambiamento delle maree.
Lasciatelo così.
4. Fare la spesa NON si può considerare sport.
5. Piangere è un ricatto.
6. Se volete qualcosa, chiedetelo.
Cerchiamo di essere chiari:
"Sottili" sottintesi non funzionano.
"Forti" sottintesi non funzionano.
"Ovvi" sottintesi non funzionano.
Semplicemente DITELO!
7. "Sì" e "No" sono risposte perfettamente adeguate a praticamente tutte le domande.
8. Sottoponeteci un problema solo se vi serve aiuto per risolverlo.
Serviamo a questo.
Per la solidarietà ci sono le vostre amiche
9. Un mal di testa che dura da 17 mesi è un problema.
Fatevi vedere da un medico.
10. Qualunque cosa abbiamo detto 6 mesi fa non è utilizzabile in una discussione.
Più precisamente: il valore di qualunque affermazione scade dopo 7 giorni.
11. Se pensate di essere grasse, probabilmente lo siete.
Non chiedetecelo!
12. Se qualcosa che abbiamo detto può essere interpretata in due modi e uno dei due vi fa arrabbiare o vi rende tristi, intendevamo l'altro.
13. Potete chiederci di "fare qualcosa" o dirci "come volete che sia fatta".
Non tutte e due le cose contemporaneamente.
Se poi sapete il modo migliore per farla, potete benissimo farvela da sole.
14. Quando possibile, parlate durante la pubblicità.
15. Cristoforo Colombo non aveva bisogno di qualcuno che gli indicasse la rotta.
Noi nemmeno...
16. TUTTI gli uomini vedono in 16 colori, come le impostazioni base di Windows.
"Pesca", per esempio, è un frutto, non un colore.
Anche "melone" è un frutto.
"Malva" non abbiamo la più pallida idea di cosa sia.
17. Se prude, grattatevi.
Noi facciamo così...
18. Se chiediamo cosa c'è che non va e voi rispondete "niente", ci comporteremo esattamente come se non ci fosse nulla che non va.
Sappiamo perfettamente che state mentendo, ma così ci risparmiamo un sacco di fastidi.
19. Se ponete una domanda a cui non volete una risposta...
aspettatevi una risposta che non volevate sentire.
20. Quando dobbiamo andare da qualche parte, tutto quello che indossate è bellissimo.
Davvero!
21. Non domandateci mai a cosa stiamo pensando, a meno che non siate pronte a sostenere un dialogo su: sesso, sport, automobili.
22. I vestiti che avete sono più che sufficienti...
23. Le scarpe, invece, sono troppe
24. Noi siamo perfettamente in forma: "tondo" è una forma
Grazie per aver letto queste regole. Sì, lo so, stanotte dormirò sul divano. Ma a noi uomini non importa: è un po' come andare al campeggio...

lunedì 14 luglio 2008

La Celestina di Fernando de Rojas nella letteratura inglese: traduzioni ed esiti

Capitolo I
La Celestina: studio preliminare
1.1 Il testo
Il testo che oggi noi conosciamo semplicemente con il nome di Celestina ha una storia che per vari motivi è complessa e interessante.
Nel 1499, un secolo dopo la morte dell'Arcipreste de Hita e circa un decennio prima della prima edizione di Amàdis de Gaula, nella città di Burgos lo stampatore Fadrique de Basilea pubblica un'opera senza titolo nè nome dell'autore, un libretto anonimo destinato ad essere, per chi studia l'evoluzione letteraria, uno dei fari che guidano da capo a capo attraverso i mari del tempo. Inizia così quella che si può chiamare la storia pubblica della Celestina, nel suo primo stadio di comedia. Questa prima edizione aveva una sola parte introduttiva (Argumento del primer auto desta comedia), mancavano le parti finali e le annotazioni ed era formata in totale da sedici atti. La trama si dipana sulla falsariga della vicenda di una coppia di amanti perseguitati dalla sfortuna e dalla sensualità, e distinati a ricevere un castigo tremendo (i personaggi sono presi principalmente dall'Arcipreste de Hita). Era una storia in dialogo o forma drammatica che, sebbene scritta per il palcoscenico, era troppo lunga e quasi impossibile per una rappresentazione completa come dramma. Non si deve dimenticare che, all'epoca, gli scrittori procedevano a tentoni nella nebbia. Nessuno aveva appreso a presentare una storia lunga, completa e coordinata in prosa, perchè i racconti di cavalleria erano sostanzialmente un coacervo di episodi variamente concatenati tra di loro, e dello sviluppo del carattere attraverso la finzione non si era sentito parlare a quei tempi; di conseguenza sebbene questa Celestina possa sembrarci grossolana e puerile, non dobbiamo dimenticare che fu la prima storia lunga e coordinata, e con una trama completa scritta, nella letteratura moderna.
L'anno seguente (1500) a Toledo, un altro stampatore, Pedro Hagenbach, pubblica una nuova edizione della stessa opera che appare ora con il titolo "Comedia de Calisto y Melibea: la cual contiene demas de su agradable y dulce estilo muchas sentencias filosofales: y auisos muy necessarios para mancebos: mostrando les los engaños que estan encerrados en siruientes y alcahuetas" e con una serie di parti introduttive: la lettera El autor a un su amigo, le "coplas" de El autor, escusàndose, il Sìguese e l'Argumento de toda la obra nonchè quello già citato del primer auto. Dopo i sedici atti del 1499 figura anche una parte finale, le "coplas" del correttore Alonso de Proaza.
Infine, nel 1501, esce, con elementi identici alla seconda, la terza edizione della Comedia, a Siviglia, per opera di Stanislao Polono.
Dunque, senza considerare edizioni perdute, la Comedia de Calisto y Melibea appare in tre momenti molto vicini nel tempo (1499, 1500, 1501) e in tre città del Regno di Castiglia, muovendosi geograficamente da nord a sud: Burgos, Toledo, Siviglia. Ciò significa che fu, senza dubbio, un autentico "best-seller".
Per fruire della versione completa della Celestina, dobbiamo aspettare ancora qualche anno (1504) e tornare a Toledo dove viene stampata. Questa edizione aveva ventuno atti, poichè erano stati aggiunti (tra il XIV e il XV delle precedenti edizioni) i cinque conosciuti come il Tractado de Centurio; era completata da Incipit, Pròlogo filosofico e dalle strofe post-testuali Concluye el autor, ed era intitolata Tragicomedia de Calixto Y Melibea, titolo che d'ora in poi la caratterizzerà. Purtroppo è oggi perduta. La conosciamo attraverso la traduzione italiana realizzata da Alfonso Ordòñez e stampata a Roma nel 1506 da Eucario Silber. La prima Tragicommedia conservata è del 1507, e fu stampata a Saragozza da Jorge Coci. In realtà nel 1502 furono stampate ben cinque edizioni dell'opera, ma vennero pubblicate tra il 1510 e il 1529. Un'altra edizione che riporta dati diversi da quelli effettivi è quella di Juan Joffré (Valencia, 1514): nei versi si dà come luogo Salamanca e come anno il 1500. La Celestina oltrepassa dunque le frontiere nazionali e linguistiche non solo della Castiglia ma di tutta la Spagna del XVI secolo: il suo è un successo inarrestabile che conosce altre cinque edizioni nel volgere di pochi anni.

domenica 13 luglio 2008

Un altro piccolo grande tassello nel mio mosaico

Oggi è accaduta una bellissima cosa, mi sono state dette delle parole che non sentivo più da molto, troppo tempo. E mi hanno reso felice. Un altro piccolo grande, immenso, tassello si è aggiunto al mio mosaico della felicità.

sabato 12 luglio 2008

E' un rinnovo?

"Buongiorno, vorrei fare la carta di identità, è qui?"
"Buongiorno, si è qui. E' un rinnovo?"
"No, è la prima."
"Ok, mi dia un documento di riconoscimento?"
"Si, ecco, ho la carta di identità vecchia."
"Ah...".

venerdì 11 luglio 2008

Manca poco!

Giusto per riprendersi dal post precedente, francamente un po' triste e molto contorto...
Tra 5 giorni è il mio compleanno e tra 7 giorni si parte per le vacanze!!! E restano solo 3 giorni di lavoro! Olè!

Un uragano, quattro anni fà...

Ieri ho messo una nuova frase sullo spazio di benvenuto in questo blog, presa a prestito dal film "Il Signore degli Anelli - La Compagnia dell'Anello", All we have to decide is what to do with the time that is given to us, che tradotta significa "tutto ciò che dobbiamo decidere è cosa fare del tempo che ci è stato dato"...
...Sono alcune notti che non sogno più, o almeno non ricordo i miei sogni... in cambio penso molto e la mente torna indietro nel tempo. I miei pensieri vanno a come la vita cambia improvvisamente.
Spesso le persone, me incluso, vivono la propria vita con una tranquillità preimpostata, ovvero impostano la propria vita in modo da ottenere la tranquillità. Studi, lavori, amori, tutti scelti e organizzati per proseguire senza grossi problemi il proprio cammino.
Poi, all'improvviso succede qualcosa. Ci si sveglia una mattina ed è cambiato tutto.
I più fortunati se ne rendono conto e questo cambio è dovuto a loro (rimettendosi a studiare, cambiando lavoro, rivolgendo il proprio amore altrove), altri si trovano invece travolti dalla nuova situazione. Ed in questo caso, anche se non siamo stati noi a decidere di cambiare, bisogna svegliarsi in fretta e rendersi conto che non si può stare lì ad aspettare gli eventi, bisogna muoversi. Può anche non essere un cambio totale ma solo un passaggio ad un livello superiore, ma anche così bisogna muoversi.
Se poi, come nel mio caso, la vita prima cambia tutte le tue carte e poi ti porta ad un livello superiore, oltre a muoversi bisogna tirare fuori tutta la forza.
Quando l'uragano che mi ha travolto è passato, ho impiegato quasi un anno a capire cosa fosse successo, poi mentre impiegavo i mesi successivi a superare la cosa, venivo travolto da altre tempeste, per cui solo dopo un altro anno sono riuscito effettivamente a mettere in ordine la mia vita. Ed ho scoperto di avere forza e prontezza d'animo che non immaginavo.
Da allora, nonostante le acque si siano calmate (sono passati 4 anni), vivo in modo nuovo, senza impostare niente, non inseguendo la tranquillità, ma cercando solo la felicità momentanea.
Ed è mettendo insieme tanti piccoli tasselli di felicità che sorrido quando mi guardo allo specchio.

domenica 6 luglio 2008

Non è che la deve usare in auto, vero?

Il Conte mio amico non me ne vorrà se gli prendo in prestito questo aneddoto...
Negozio di ricambi e autoaccessori. C'è una autoradio in offerta speciale a 39 euro. Federico entra e chiede al commesso: "Buongiorno, mi da quell'autoradio lì in offerta?!"
"Ah certo" fa il commesso, ma poi si ferma e chiede "Non è che la deve usare in auto, vero?"
"Beh, sì" risponde Federico, un po' meravigliato ("è un autoradio" pensa " dove crede che la userò")
"Ah... allora no, non va, se la deve usare in auto non va bene.."
"E quindi che mi consiglia?"
"Guardi questa qua, per l'auto può andare bene, costa 79 euro."
"Ok, mi dia questa."
"Uhmm... Ma senta, non è che lei in auto fa dei viaggi lunghi?"
"Beh, sì, mi capita, infatti con un'autoradio mi passerebbero più velocemente"
"Ah, eh... no, allora questa non va bene... sa, dopo un po' di km comincia a non funzionare più molto bene... no questa non va."
"Senta, allora mi dica lei quella che potrei comprare."
"Guardi, ho proprio quella che fa per lei, certo è di categoria superiore, costa 249 euro, però per lei che va in auto e fa molti km è perfetta."
"Ok prendo questa, ma mi tolga una curiosità, l'autoradio da 39 euro, se non va bene per chi va in auto, a chi la vendete? Sa è pur sempre un'autoradio..."

venerdì 4 luglio 2008

La Celestina di Fernando de Rojas nella letteratura inglese: traduzioni ed esiti.

Premessa.
Quando un'opera degli inizi del Cinquecento, conosce nel volgere di 10-20 anni un successo a livello europeo, non può non lasciare delle tracce, più o meno profonde, sulla letteratura contemporanea dei paesi vicini.
L'idea della nostra indagine è partita da questa affermazione: cercheremo quindi di individuare quali tracce e che esiti abbia lasciato la "Tragicommedia di Calisto e Melibea", opera che tutti conosciamo con il nome di "Celestina".
In particolare ci concentreremo sulla presenza dell'opera di Ferndando de Rojas in Inghilterra, limitandoci ad un periodo di tempo che va dal 1530, anno della prima traduzione, al 1707. Questo per due ragioni principali: è questo il momento di maggior successo, quindi quello in cui la "Celestina" esercitò - potenzialmente - l'influsso maggiore; l'altro motivo è che dai primi del Settecento la Tragicommedia sparisce dalla circolazione e non si avranno più sue traduzioni fino all'inizio del nostro secolo.
Abbiamo ritenuto opportuno, prima di iniziare la nostra ricerca, effettuare un breve studio preliminare dell'opera: un accenno alla cronistoria delle varie edizioni che si fecero dell'originale e alle fonti che ispirarono la realizzazione della Tragicommedia, nonchè un profilo - per quanto possibile, dato le poche notizie - dell'autore.
Ci aiuteranno a capire i perchè di certi adattamenti e a rendere più chiaro - ci auguriamo - il lavoro successivo.
Passeremo ad esaminare, quindi, gli esiti, praticamente immediati, che la "Celestina" ebbe in Spagna, con un succedersi di imitazioni e continuazioni. Il grande successo ottenuto in patria, ebbe come logica conseguenza un susseguirsi di traduzioni nelle principali lingue dell'epoca: italiano, francese, tedesco e inglese.
Non bisogna stupirsi se, tra le varie versioni, ve ne furono anche una in latino - lingua che era ancora molto usata tra gli scrittori e le persone di cultura - e una in lingua ebrea: ricordiamo, infatti, che non solo Ferndando de Rojas era ebreo - anche se fu costretto a convertirsi -, ma che uno dei temi trattati velatamente nella Tragicommedia si riallacciava proprio alla situazione degli ebrei nella Spagna della fine del Quattrocento.
Tratteremo poi, in modo più specifico, delle traduzioni e degli esiti che, nell'arco di due secoli, la "Celestina" ebbe in terra inglese. Cercheremo di capire perchè non fu semplicemente tradotta, ma ne vennero fatti degli adattamenti, a volte vicini, altre lontani dall'originale; vedremo come, nonostante pesanti critiche, conobbe un periodo di splendore che la porterà - argomento su cui ci soffermeremo nel capitolo successivo - fino alla biblioteca di Shakespeare. Su quale versione abbia messo le mani il grande genio inglese non è dato sapere, ma, attraverso le citazioni ed i riferimenti più o meno diretti al capolavoro di Fernando de Rojas, che si trovano in alcune delle sue opere, cercheremo di trovare una risposta.
Nella nostra indagine tutte le citazioni fanno riferimento al testo "La Celestina" edizione di Dorothy S. Severin, Catedra, Madrid, 1997.

Tesi di laurea

In alcuni post ho riportato brani e poesie che ho scritto in passato. Ovvio che non sono un poeta nè uno scrittore, ma come il 90% delle persone ho degli scritti nel cassetto. Per la verità di poesie ne ho ancora, e prima o poi riprenderò a pubblicarle. Ora invece mi sono riproposto di pubblicare un'altra cosa, di cui sono sempre l'autore, ed è questo il motivo della premessa. Volevo pubblicare la mia tesi di laurea (scritta in parte in inglese) su un opera letteraria spagnola di inizio '500. Si tratta de "La Celestina" di Fernando de Rojas. Perchè ho scritto in inglese una tesi su un'opera spagnola e non nella sua lingua madre? Beh, perchè mi sono laureato in lingua inglese, ma soprattutto perchè la tesi verteva sull'influenza che "La Celestina" ebbe sulla letteratura inglese contemporanea.
Non è che sia venuto fuori un capolavoro di tesi, ma comunque l'argomento è interessante. Perciò credo meriti la lettura. Però mi raccomando, non me la copiate spudoratamente, se siete interessati contattatemi, ne parleremo e vi dirò i riferimento bibliografici. Se seguite il blog la ritroverete via via, in vari post, raggruppati con la stessa etichetta di questo.

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