martedì 31 marzo 2009

Debutto a teatro.



Ho passato gli ultimi 4 mesi e mezzo a fare un corso di teatro. Partendo da zero. Voglio dire, non avevo mai fatto nulla in precedenza che assomigliasse a recitare su un palcoscenico. Mentre, come ho poi scoperto, nel corso che ho seguito c'erano altre persone con esperienze - seppur piccole - di recitazione.
Così, un po' per curiosità, un po' per sfida, un po' perché mi piace sempre seguire e fare cose nuove e diverse, mi sono iscritto. E domenica 29 marzo ho debuttato sul palco di un teatro per il saggio di fine corso.

Il primo impatto con le lezioni è stato traumatico: ero nettamente il più "anziano" del gruppo, con circa il doppio degli anni degli altri allievi. E lì per lì la cosa mi ha un po' preoccupato. Poi invece è stato quello che mi ha dato meno problemi.
Questi ultimi infatti sono venuti da un lato inaspettato: la lingua italiana.
Dovete sapere che i miei trascorsi scolastici includono un diploma in maturità classica e una laurea in lingue e letterature straniere (presa alla facoltà di lettere!) e sono stato uno degli ultimi studenti ad aver avuto il latino come materia alle scuole medie. Perciò tutto mi sarei aspettato meno che scoprire di non saper pronunciare bene la lingua nazionale, ma, anzi, di avere invece uno spiccato accento, nonché una feroce cadenza, dialettale...
Per cui sulla dizione ho dovuto lavorare molto, con risultati che ancora sono nettamente da migliorare...
Ad ogni modo è un corso che consiglio a tutti. Oltre al miglioramento del proprio modo di parlare, si imparano tecniche per la respirazione, per il movimento del corpo, per la modulazione della voce, e - ovviamente - tecniche di recitazione, nel mio caso legate all'immedesimazione.
E dopo i primi mesi impegnati in lezioni generiche sulle cose appena dette, siamo poi passati a lavorare sul testo di quello che sarebbe stato il nostro saggio. Beh, non un testo qualunque, nè un testo semplice: un'antologia di poesie. Infatti le parti che poi il nostro insegnante/regista, il bravissimo Luca Sargenti, sono state tratte da "Antologia di Spoon River" di Edgar Lee Masters. 
A me sono toccate le poesie dei personaggi Homer Clapp, "Sovente al cancello", e Joh Horace Burleson, "Vinsi il premio di composizione". Le potete trovare in questo blog, in due post dedicati.
Ho lavorato con passione sui due testi, cercando di immedesimarmi nella rabbia feroce del primo personaggio e nello stizzito Burleson...
Alla fine, credo di aver ottenuto un buon risultato, che se non perfetto, perlomeno ha evidenziato un notevole progresso nell'arte che ero venuto ad apprendere.
Domenica 29 marzo abbiamo debuttato al Teatro "Excelsior" di Passaggio di Bettona, col viso coperto da cerone bianco e abilmente truccati da "morti viventi".
Salire su un palco, immersi nella scenografia, con le luci negli occhi e un piccolo mare di teste scure davanti mi ha dato un'emozione che non saprei descrivere... quello che so è che sono rimasto teso e insieme tranquillo per tutto il tempo: teso perchè era la prima volta (e con il teatro pieno), ma tranquillo perchè forse la felicità di recitare era superiore all'emozione. Alla fine, quando si sono accese le luci e le teste scure si sono trasformate in persone che sorridevano e applaudivano, l'emozione ha però travolto tutto...
Poi sono rimasto carico e rilassato per tutta la notte... ancora una doppia e contraria sensazione. Adrenalina a mille ma consapevole che tutto era passato, e quindi tranquillo.
E ora sono soddisfatto e contento. Certo, ho ancora molto da fare, moltissimo, ma come "saggio" va bene così. 
Bravo!

martedì 10 marzo 2009

"Come Foglie" Malika Ayane

E’ piovuto il caldo
Ha squarciato il cielo
Dicono sia colpa di un’estate come non mai
Piove e intanto penso
Ha quest’acqua un senso
Parla di un rumore
Prima del silenzio e poi…
E’ un inverno che va via da noi
Allora come spieghi
Questa maledetta nostalgia
Di tremare come foglie e poi
Di cadere al tappeto?
D’estate muoio un po’
Aspetto che ritorni l’illusione
Di un’estate che non so…
Quando arriva e quando parte,
Se riparte?
E’ arrivato il tempo
Di lasciare spazio
A chi dice che di spazio
E tempo non ne ho dato mai
Seguo il sesto senso
Della pioggia il vento
Che mi porti dritta
Dritta a te
Che freddo sentirai
E’ un inverno che è già via da noi
Allora come spieghi
Questa maledetta nostalgia?
Di tremare come foglie e poi
Di cadere al tappeto?
D’estate muoio un po’
Aspetto che ritorni l’illusione
Di un’estate che non so…
Quando arriva e quando parte,
Se riparte?
E’ un inverno che è già via da noi
Allora come spieghi
Questa maledetta nostalgia?
Di tremare come foglie e poi
Di cadere al tappeto
D’estate muoio un po’
Aspetto che ritorni l’illusione
Di un’estate che non so…
Quando arriva e quando parte,
Se riparte?
E’ arrivato il tempo
Di lasciare spazio
A chi dice che di tempo
E spazio non ne ho
Dato mai

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