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mercoledì 7 gennaio 2009

Wolfsbach Cabrio Treffen 2009


2009. Come ogni anno dispari, in un minuscolo paesino austriaco, Wolfsbach, si svolgerà uno straordinario raduno di auto aperte (cabriolet, roadster, spider, jeep soft-top, auto col tetto segato via, ecc.), nel mese di agosto, a cavallo del giorno di Ferragosto.

Sono già 2 volte che vi partecipo e poi regolarmente passo i 24 mesi successivi "in attesa"...
Proprio oggi ho aperto un gruppo su Facebook, "Quelli del Wolfsbach Cabrio-Treffen" dove chi vuole si può iscrivere, per permettere di organizzarsi in tempo per questo raduno spettacolare.
Non è un semplice ritrovo di auto e appassionati, ma una sorta di giochi senza frontiere/caccia al tesoro, da fare in auto, e passando le serate a mangiare wiener schnitzel, salsicce, bevendo birra o radler e ascoltando musica tipica.
Il Cabrio-Treffen viene organizzato dal Cabrio Club Wolfsbach.

Al raduno poi solitamente abbiniamo una vacanzina "in zona".
Ora, per me e i miei amici "in zona" è un termine vago:infatti la prima volta siamo stati a Vienna (Austria) e Monaco di Baviera (Germania), la seconda volta a Salisburgo (Austria) e Budapest (Ungheria). Per cui chi viene via con noi sa che si faranno qualche centinaio di kilometri...

lunedì 13 ottobre 2008

Torino Passion 2008

Il viaggio era iniziato nel pomeriggio, ovviamente con capote aperta, top-down, come si dice. Recupero una coppia di barchettisti toscani a Camucia, Paola e Rossano, e partiamo, ma per solidarietà con loro (lei aveva mal di schiena e quindi capote chiusa) ho chiuso anche io. Traffico, ingorghi, autovelox, chilometri e newjersey, tiramolla velocistici da 160 a 180 poi 90 e quindi 30. Dopo 6 ore siamo a Torino, dove ci aspettano. E' la sera prima del raduno, ma è anche la sera dopo una ricorrenza e perciò l'organizzatrice, insieme ad amici e fidanzato ci aspetta per la cena, nonostante siano già le ventidue. E' appena stato il suo compleanno e brindiamo tutti insieme. Poi in albergo, dove, lette due pagine di "Cuore di tenebra" crollo sfinito.
Sabato mattina, ritrovo con tutti i barchettisti partecipanti al raduno. Saluti, baci e abbracci, sorrisi, occhi che brillano sinceramente. Ritrovo amici veri, conoscenti che forse lo diventeranno o forse no, rivedo una persona che non partecipava da anni e ne sono contento. Ma, purtroppo, non vedo una coppia di barchettisti e soprattutto di amici a me molto cari, Roberta e Nicola. Non ci sono, il "nonno", come affettuosamente chiamiamo Nicola, si è sentito male ed è stato ricoverato e operato d'urgenza. La giornata pur splendente mi si rabbuia. Lo chiamo subito. Sta bene, l'intervento è riuscito e lui non ha perso il gusto per la battuta:"Sono a letto ma come pigiama ho una maglietta del barchetta Club, così sono anche io con voi".

E' tardi, il raduno deve iniziare.
Prima tappa, ci aspetta la guida a Torino Esposizioni per illustrarci la mostra "Trilogia dell'automobile. Dream". Ed è un vero e proprio sogno quello in cui veniamo rapiti: prototipi di auto celebri, concept car famose, pezzi unici come la "Gilda"... per noi appassionati è coinvolgimento totale.
Poi si sale in barchetta, giù la capote e si parte. E' l'11 ottobre, ma fa caldo come se fosse l'11 giugno. Il classico serpente colorato di spider si avvia verso la basilica di Superga inerpicandosi tra i tornanti, fino a raggiungere la cima della collina. Ma prima di visitare la basilica, ci aspettano in trattoria, e quindi ben contenti ci sistemiamo a tavola, dove ci servono prelibatezze piemontesi (e un vinello rosso che evapora troppo in fretta...).
Dopo pranzo un'altra guida dall'aria beruschiana (pur essendo una donna), ci spiega, con la velocità della luce, la storia sabauda attraverso le tombe presenti sotto la basilica e i piccoli appartamenti al piano superiore. Purtroppo la basilica è in restauro e il suo interno è ripieno di tubi innocenti che sorreggono palchi e palchetti. Nel ridiscendere la collina affidiamo i nostri coequipiers alla "Dentiera", la tramvia che scende da Superga fino a Sassi.
Rientriamo in hotel, ci cambiamo e, lasciate le amate barchettine nel box, prendiamo un autobus per il centro, destinazione "happy hour", o "apericena", o, per dirla alla torinese, "merenda sinoira". Anche qui apprezziamo tutto, mangiando e bevendo... e continuando a scherzare tra di noi. Tra l'altro, ad attenderci ci sono degli amici di Marina, che pur di salutarci hanno rischiato di far tardi a teatro. Dei signori, semplicemente.
Dopo la merenda sinoira, due chicche. La prima è una visita in notturna al Museo dell'Antichità, dove una terza guida ci illustrerà fino all'ora di chiusura il Celeste Impero, quasi nove secoli di dinastie Cinesi raccontate da statue di terracotta, porcellane e specchi di bronzo. E anche se cominciamo a dare segni di cedimento, non riusciamo a non apprezzare la bellezza dei reperti è il fascino dei racconti della guida. E' passata già la mezzanote quando rientriamo in albergo. Qui ci attende la seconda chicca, una degustazione di specialità piemontesi: cioccolata e nocciole, moscato e barolo. Magicamente sbucano fuori piatti e posate blu intenso, cioccolata fondente con nocciole intere, torte alla nocciola, crema di gianduja, bottiglie di barolo chinato e di moscato passito, in un abbinamento sapientemente scelto. E' un vero e proprio orgasmo culinario, gli occhi si chiudono non per il sonno ma per gustare in silenzio e intensamente il piacere che si sta fondendo in bocca. Sono le 1 e 20 della notte quando mi sdraio sul letto, dopo una giornata calda, piena, ricca, e solo ora riflettendo mi accorgo dell'eleganza con cui questa è stata diretta dall'organizzatrice, sempre presente ma mai invasiva. Leggo altre poche pagine del mio libro e mi addormento.

Domenica mattina, valigia pronta, motore acceso, capote aperta.
Arrivano altri barchettisti, quelli che "io al raduno vado solo la domenica perchè...". E qui un appunto: accanto a quelli che, davvero dispiaciuti per non essere potuti venire anche il giorno precedente, hanno fatto sentire sia la loro compagnia che il loro gradimento per quanto organizzato, c'erano altri, che spuntati come dal nulla, come tali si sono comportati, restando invisibili durante il prosieguo del raduno e dissolvendosi a pranzo terminato (ancor prima del caffè). Beh.. mi dispiace, ma non è così che si vive un raduno, nè è cosi che si vive un Club di appassionati. Figuriamoci quando, come nel nostro caso, è un raduno/ritrovo di persone che amano fare chilometri per ritrovare il sorriso negli occhi dei propri amici, con la scusa della barchetta.

Ma ritorno al programma del raduno. Si va a Venarìa, per visitare La Venarìa Reale.
Qui la quarta e ultima guida ci trasporta indietro nei secoli fino al XVII per raccontarci la storia di questa Palazzina da Caccia e dei suoi abitanti, ancora una volta la famiglia Savoia. Scivoliamo da una stanza all'altra, in un'alternanza di ambienti spogli ma brillantemente arricchiti dall'opera del regista Peter Greenaway, e di sale o saloni riccamente decorati con stucchi, quadri, arazzi, specchi o mobili intarsiati, per arrivare alla fine nel salone principale (chiamarlo corridoio è fortemente riduttivo), dove la maestria dell'architetto Juvarra nel giocare con finestre, luci e colori, creò un'ambiente da far rosicare d'invidia lo stesso Napoleone..

Dopo la bellezza della Reggia, e anche dopo una visita durata ben due ore, entriamo in una trattoria tipica del paese dove ancora una volta ci attendono specialità locali. Chi conosce un po' l'organizzatrice, riconosce subito la sua mano nella scelta del posto, oltre che del menù. Ed è la conclusione ideale a questi due giorni. Poi di nuovo abbracci e sorrisi, baci e strette di mano. Risalgo in auto, seguendo un paio di barchette, una delle quali, quella di Davide, ci farà strada fino all'autostrada. Top down fino a Genova, chiuso poi, arrivo a casa poco prima della mezzanotte. Mi addormento contento, col pensiero al raduno appena concluso.
Grazie a "Black Panther" la barchettista, grazie a Marina l'amica, per aver scritto, sceneggiato e diretto tutto questo, facendoci sentire la passione dei luoghi, delle cose e la sua.

martedì 23 settembre 2008

Raduno barchetta Club Italia in Romagna.


Ho pubblicato le foto del raduno in Romagna sulla mia pagina Facebook.
Cliccate sulla foto per vederle.

mercoledì 27 agosto 2008

L'arte in piazza



Quest'estate sono stato a Parigi (in luglio) e in Maremma (in agosto). Sembrerà strano ma queste due vacanze (brevi) e questi due luoghi hanno avuto una cosa in comune: le opere d'arte di Niki de Saint-Phalle, in particolare due fontane realizzate dall'artista francese.
Infatti, a Parigi, dietro il Centre Pompidou, mi sono imbattuto nella "Fontaine des automates" realizzata da Niki de Saint-Phalle insieme al marito Jean Tinguely, scultore svizzero.
Durante la vacanza in Maremma, invece, ho visitato Capalbio. Qui, all'ingresso del centro storico, esiste un'altra fontana, chiamata "Nanà Fonatine" sempre creata dalla Saint-Phalle.
Non è una straordinaria coincidenza? soprattutto pensando che, da ignorante, non solo non conoscevo l'esistenza delle due fontane, ma neppure di Niki de Saint-Phalle (figuriamoci poi di Jean Tinguely).
Riguardando le foto, prima ho notato la somiglianza delle due opere, poi cercando sul web ho scoperto l'appartenenza alla stessa autrice. Bello! non solo non si finisce mai di imparare, ma è la conferma che viaggiare è una forma di arricchimento inesauribile. E poi in questi casi non si paga neppure un biglietto per ammirare delle opere d'arte. Le foto le potete trovare sulla mia pagina di Facebook, ma vi do un'anteprima qua sopra.

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