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mercoledì 25 luglio 2012

Cuore di luna


"Cuore di Luna" è il mio primo libro; una raccolta di poesie che raccontano l'amore e le emozioni che ho provato e provo ogni giorno. Sguardi, ricordi e paesaggi che si mescolano tra loro, entrano dentro di me e lasciano delle sensazioni... Quelle che poi ho messo giù nero su bianco. Per questo progetto editoriale devo ringraziare alcune persone, in primis Costanza Bondi e il suo Gruppo Letterario Women@Work (cercatelo su Facebook) che l'ha voluto fortemente. Il mio amico Manrico Scarpelli, scrittore livornese, che mi ha regalato l'introduzione. Ovviamente la Futura Edizioni (Fabio Versiglioni, Marcella Brizzi, Serenella e tutto lo staff). Poi devo ringraziare chi mi ha motivato, ognuno a suo modo: il mio amore Annika, le mie amiche e i miei amici, la mia famiglia. Per me è la realizzazione di un sogno. 

A tutti grazie.

Il libro è da questa settimana disponibile nelle librerie di Perugia e ordinabile in tutte le altre. Lo potete trovare anche sul sito della Futura Edizioni, da dove si può comprare online (il prezzo è 10 euro):


Un grazie anche a chi di voi lo leggerà. Spero che nel leggerlo si riescano a sentire le emozioni e le sensazioni che ho provato a descrivere, o anche, più semplicemente, che vi piacciano le mie poesie (che peraltro trovate anche su questo blog). 

Pier Giorgio

lunedì 29 novembre 2010

L'inverno dei quaranta.


E' appena uscito il nuovo libro di Paolo Melis - scrittore perugino, nonché mio amico - "L'inverno dei quaranta", edito da Ed. Albatros. Richiedetelo nella vostra libreria di fiducia, e intanto eccone un assaggio...

La crisi della SIR – TEC, azienda produttrice di termostati per importanti gruppi industriali, scompagina i rapporti in una piccola città romagnola. Al rapido declino assistono impotenti due quarantenni, Jonathan, abile venditore e Marco, controller preciso e scrupoloso. Costretto a chiudere in fretta e furia lo stabilimento in Romania per il calo delle produzioni, Marco rientra in Italia proprio il giorno in cui una denuncia anonima sembra dare il colpo di grazia alla ditta. Ha con sé il “process verbal de inspectie”, con quale si sancisce la trasformazione della fabbrica in un centro commerciale, e una valanga di ricordi dei molti mesi passati tra le pietre fredde e lucide di Brasov.
Un misterioso finanziere, il capitano Balducci, mezza età, capelli grigi e folti, pochissime parole, si presenta una mattina ai cancelli della fabbrica. Rimane spesso in silenzio, fa poche domande e osserva quello che riesce a osservare. Poi risale in macchina senza comunicazioni, senza sigilli, senza niente, lasciando solo la sensazione di una fine prefigurata.
E tuttavia a qualcuno viene in mente di tentare:
“Che cos’è la crisi poi, se non una sommatoria di crisi alle quali ognuno è chiamato a rispondere come può? Noi stavamo facendo la nostra parte per salvare una fettina del ben più esteso culo di cui facciamo parte”…

mercoledì 16 giugno 2010

Profumo di poesie.

E' in vendita sul sito della casa editrice Boopen, "Poeti d'Italia - Profumo di Poesie" una antologia curata da Roberto Russo. Si tratta di una raccolta di oltre 100 poesie scritte da 32 autori italiani. Tra questi c'è anche il sottoscritto, con due poesie. Chi fosse interessato può andare sul sito della Boopen (http://www.boopen.it) oppure cliccare direttamente al link dell'opera, QUI.
Il prezzo di copertina è di 8 euro.

mercoledì 17 giugno 2009

Playlist del mese - Giugno 2009

Dopo il burrascoso mese di maggio, stavolta sono più tranquillo, al punto che ho scelto della rilassante musica classica. Tra questi brani, forse il più noto se non si è appassionati del genere, è l'Overture 1812 di Tchaikovsky, nota per essere nella colonna sonora di "V per Vendetta". Gli altri brani che ho scelto, sono di Mozart, Verdi, Rossini, Wagner, Beethoven e Chopin. Buon ascolto!

martedì 12 maggio 2009

Playlist del mese - Maggio 2009

Visto che il mio umore in questo mese non è allegro, i miei gusti musicali ne risentono.
Non la qualità però.
La playlist di maggio è molto rock e cattivella.
Cliccate su 'continua',  troverete il resto del post con l'elenco dei video.
Buon ascolto!


PRODIGY "Firestarter"
THE ROLLING STONES "Symphaty For The Devil"
RED HOT CHILI PEPPERS "Give It Away" - live
STEPPENWOLF "Born To Be Wild" - live
DEEP PURPLE "Smoke On The Water" - live
PINK FLOYD "Run Like Hell" - live

martedì 31 marzo 2009

Debutto a teatro.



Ho passato gli ultimi 4 mesi e mezzo a fare un corso di teatro. Partendo da zero. Voglio dire, non avevo mai fatto nulla in precedenza che assomigliasse a recitare su un palcoscenico. Mentre, come ho poi scoperto, nel corso che ho seguito c'erano altre persone con esperienze - seppur piccole - di recitazione.
Così, un po' per curiosità, un po' per sfida, un po' perché mi piace sempre seguire e fare cose nuove e diverse, mi sono iscritto. E domenica 29 marzo ho debuttato sul palco di un teatro per il saggio di fine corso.

Il primo impatto con le lezioni è stato traumatico: ero nettamente il più "anziano" del gruppo, con circa il doppio degli anni degli altri allievi. E lì per lì la cosa mi ha un po' preoccupato. Poi invece è stato quello che mi ha dato meno problemi.
Questi ultimi infatti sono venuti da un lato inaspettato: la lingua italiana.
Dovete sapere che i miei trascorsi scolastici includono un diploma in maturità classica e una laurea in lingue e letterature straniere (presa alla facoltà di lettere!) e sono stato uno degli ultimi studenti ad aver avuto il latino come materia alle scuole medie. Perciò tutto mi sarei aspettato meno che scoprire di non saper pronunciare bene la lingua nazionale, ma, anzi, di avere invece uno spiccato accento, nonché una feroce cadenza, dialettale...
Per cui sulla dizione ho dovuto lavorare molto, con risultati che ancora sono nettamente da migliorare...
Ad ogni modo è un corso che consiglio a tutti. Oltre al miglioramento del proprio modo di parlare, si imparano tecniche per la respirazione, per il movimento del corpo, per la modulazione della voce, e - ovviamente - tecniche di recitazione, nel mio caso legate all'immedesimazione.
E dopo i primi mesi impegnati in lezioni generiche sulle cose appena dette, siamo poi passati a lavorare sul testo di quello che sarebbe stato il nostro saggio. Beh, non un testo qualunque, nè un testo semplice: un'antologia di poesie. Infatti le parti che poi il nostro insegnante/regista, il bravissimo Luca Sargenti, sono state tratte da "Antologia di Spoon River" di Edgar Lee Masters. 
A me sono toccate le poesie dei personaggi Homer Clapp, "Sovente al cancello", e Joh Horace Burleson, "Vinsi il premio di composizione". Le potete trovare in questo blog, in due post dedicati.
Ho lavorato con passione sui due testi, cercando di immedesimarmi nella rabbia feroce del primo personaggio e nello stizzito Burleson...
Alla fine, credo di aver ottenuto un buon risultato, che se non perfetto, perlomeno ha evidenziato un notevole progresso nell'arte che ero venuto ad apprendere.
Domenica 29 marzo abbiamo debuttato al Teatro "Excelsior" di Passaggio di Bettona, col viso coperto da cerone bianco e abilmente truccati da "morti viventi".
Salire su un palco, immersi nella scenografia, con le luci negli occhi e un piccolo mare di teste scure davanti mi ha dato un'emozione che non saprei descrivere... quello che so è che sono rimasto teso e insieme tranquillo per tutto il tempo: teso perchè era la prima volta (e con il teatro pieno), ma tranquillo perchè forse la felicità di recitare era superiore all'emozione. Alla fine, quando si sono accese le luci e le teste scure si sono trasformate in persone che sorridevano e applaudivano, l'emozione ha però travolto tutto...
Poi sono rimasto carico e rilassato per tutta la notte... ancora una doppia e contraria sensazione. Adrenalina a mille ma consapevole che tutto era passato, e quindi tranquillo.
E ora sono soddisfatto e contento. Certo, ho ancora molto da fare, moltissimo, ma come "saggio" va bene così. 
Bravo!

giovedì 12 febbraio 2009

John Horace Burleson

I won the prize essay at school
Here in the village,
And published a novel before I was twenty-five.
I went to the city for themes and to enrich my art;
There married the banker’s daughter,
And later became president of the bank—
Always looking forward to some leisure
To write an epic novel of the war.
Meanwhile friend of the great, and lover of letters,
And host to Matthew Arnold and to Emerson.
An after dinner speaker, writing essays
For local clubs. At last brought here—
My boyhood home, you know—
Not even a little tablet in Chicago
To keep my name alive.
How great it is to write the single line:
“Roll on, thou deep and dark blue Ocean, roll!”

"Spoon River Anthology" Edgar Lee Masters

Vinsi il premio di composizione a scuola
qui nel villaggio
e pubblicai un romanzo che non ero venticinquenne.
Andai in città per trovare argomenti e arricchire la mia arte;
Là sposai la figlia del banchiere,
e poi divenni presidente della banca -
sempre sperando in un momento di respiro
per scrivere il romanzo epico sulla guerra.
Intanto ero amico dei grandi, e amante delle lettere,
e ospite di Matthew Arnold e di Emerson.
Un oratore conviviale, uno scrittore di saggi
per i circoli locali. Mi portarono qui -
la casa della mia infanzia, sapete -
neppure una piccola lapide a Chicago
che eternasse il mio nome.
Oh, la grandezza di scrivere questo solo verso:
"Distenditi, profondo e cupo Oceano azzurro, distenditi!"

"Antologia di Spoon River" Edgar Lee Masters

venerdì 6 febbraio 2009

Homer Clapp

OFTEN Aner Clute at the gate
Refused me the parting kiss,
Saying we should be engaged before that;
And just with a distant clasp of the hand
She bade me good-night, as I brought her home
From the skating rink or the revival.
No sooner did my departing footsteps die away
Than Lucius Atherton,
(So I learned when Aner went to Peoria)
Stole in at her window, or took her riding
Behind his spanking team of bays
Into the country.
The shock of it made me settle down
And I put all the money I got from my father's estate
Into the canning factory, to get the job
Of head accountant, and lost it all.
And then I knew I was one of Life's fools,
Whom only death would treat as the equal
Of other men, making me feel like a man.

"Spoon River Anthology" Edgar Lee Masters

Sovente al cancello Aner Clute
mi rifiutò l'ultimo bacio,
Dicendo che prima dovevamo fidanzarci,
e appena con una fredda stretta di mano
mi dava la buonanotte, quando la riaccompagnavo
dal pattinatoio o dalla chiesa.
Non appena i miei passi morivano all'angolo,
ecco giungeva Lucius Atherton
(così seppi quando lei fuggì a Peoria),
che entrava dalla finestra o la portava a passeggio
con la baliosa pariglia dei suoi bai
per la campagna.
Questo colpo mi fece mettere la testa a partito
e investii tutto il mio, che ricavai dal podere,
nella fabbrica di scatolami, per avere l'impiego
di capo-contabile, e persi tutto.
E allora capii che ero un buffone della Vita,
di quelli che solo la morte avrebbe trattato da eguale
agli altri, facendomi uomo.

"Antologia di Spoon River" Edgar Lee Masters

lunedì 1 dicembre 2008

LivingNovels.com

Novità!
Da oggi è online un nuovo sito! E dov'è la novità? eheheh :-)))
Sta nella tipologia!
Il neonato è un sito di romanzi, ma interattivo. Il romanzo è a puntate e lo scrittore ascolterà i consigli dei lettori per proseguire così la storia. Il sito si chiama www.livingnovels.com, visitatelo e fatemi avere le vostre impressioni. Io ci vado subito!
Trovate il link anche nell'elenco dei siti amici qua a destra.

venerdì 21 novembre 2008

IO, IO, IO...

Ho iniziato un corso di recitazione teatrale.
La prima cosa che hanno detto è che se pensiamo di essere troppo vecchi o troppo giovani per il teatro, non ci dobbiamo preoccupare, siamo comunque troppo vecchi, perchè andrebbe appreso da bambini. Benissimo, penso io, che nel gruppo sono il più "anziano", iniziamo bene...
Poi partiamo. L'insegnante, un bravissimo attore e regista, ci spiega che lui seguirà il Metodo Stanislavskij, immedesimarsi in quello che si fa. Il problema è immedesimarsi in cosa? infatti non esiste un'immedesimazione univoca, come ho scoperto. Esistono vari IO di cui appropiarsi. Si parte dall'IO dell'attore, e fin qui semplice: ci si ricrea un'emozione partendo dal proprio vissuto interiore, come dire, se devi provare paura, ricordati di quella volta che te la sei fatta quasi sotto...
Bene! ecco fatto ora sono pronto!... Wait! Calm down! non è così. A questo punto quando tu ti sei ricordato di quella volta che tua mamma ti ha abbandonato, tutto solo, in un boschetto non lontano dalla casa del nonno, e sei riuscito a ricreare tutta la paura che avevi avuto... arriva il secondo IO, quello dell'autore, che invece ha scritto una pièce dove il personaggio ha sì paura, ma per un motivo completamente diverso dal tuo: hai paura perchè temi di essere scelto per una missione di guerra.
Ok, ce la puoi fare, concentrati! In fondo devi solo tenerti la tua paura del bosco e applicarla al concetto di partire per la guerra! E vvvaai, benissimo, ecco che i due IO si sono uniti, ti sei immedesim... STOP! ... E adesso che c'è?? Acc... il terzo IO, quello del regista.
E qui son dolori, perchè il regista è sadico, vuole ambientare il tutto in un ambiente che non ti è familiare, non ti stimola ricordi e soprattutto non ti incute paura... e magari, come ci ricorda il nostro insegnante, recitando su una gamba sola.
Ecco, questi sono, in sintesi, i tre IO dell'immedesimazione.
Noi siamo ancora, per citare una mia ex-collega, "al caro amico", al principio, cioè stiamo incominciando a vedere l'IO dell'attore... e già si suda...

lunedì 13 ottobre 2008

Torino Passion 2008

Il viaggio era iniziato nel pomeriggio, ovviamente con capote aperta, top-down, come si dice. Recupero una coppia di barchettisti toscani a Camucia, Paola e Rossano, e partiamo, ma per solidarietà con loro (lei aveva mal di schiena e quindi capote chiusa) ho chiuso anche io. Traffico, ingorghi, autovelox, chilometri e newjersey, tiramolla velocistici da 160 a 180 poi 90 e quindi 30. Dopo 6 ore siamo a Torino, dove ci aspettano. E' la sera prima del raduno, ma è anche la sera dopo una ricorrenza e perciò l'organizzatrice, insieme ad amici e fidanzato ci aspetta per la cena, nonostante siano già le ventidue. E' appena stato il suo compleanno e brindiamo tutti insieme. Poi in albergo, dove, lette due pagine di "Cuore di tenebra" crollo sfinito.
Sabato mattina, ritrovo con tutti i barchettisti partecipanti al raduno. Saluti, baci e abbracci, sorrisi, occhi che brillano sinceramente. Ritrovo amici veri, conoscenti che forse lo diventeranno o forse no, rivedo una persona che non partecipava da anni e ne sono contento. Ma, purtroppo, non vedo una coppia di barchettisti e soprattutto di amici a me molto cari, Roberta e Nicola. Non ci sono, il "nonno", come affettuosamente chiamiamo Nicola, si è sentito male ed è stato ricoverato e operato d'urgenza. La giornata pur splendente mi si rabbuia. Lo chiamo subito. Sta bene, l'intervento è riuscito e lui non ha perso il gusto per la battuta:"Sono a letto ma come pigiama ho una maglietta del barchetta Club, così sono anche io con voi".

E' tardi, il raduno deve iniziare.
Prima tappa, ci aspetta la guida a Torino Esposizioni per illustrarci la mostra "Trilogia dell'automobile. Dream". Ed è un vero e proprio sogno quello in cui veniamo rapiti: prototipi di auto celebri, concept car famose, pezzi unici come la "Gilda"... per noi appassionati è coinvolgimento totale.
Poi si sale in barchetta, giù la capote e si parte. E' l'11 ottobre, ma fa caldo come se fosse l'11 giugno. Il classico serpente colorato di spider si avvia verso la basilica di Superga inerpicandosi tra i tornanti, fino a raggiungere la cima della collina. Ma prima di visitare la basilica, ci aspettano in trattoria, e quindi ben contenti ci sistemiamo a tavola, dove ci servono prelibatezze piemontesi (e un vinello rosso che evapora troppo in fretta...).
Dopo pranzo un'altra guida dall'aria beruschiana (pur essendo una donna), ci spiega, con la velocità della luce, la storia sabauda attraverso le tombe presenti sotto la basilica e i piccoli appartamenti al piano superiore. Purtroppo la basilica è in restauro e il suo interno è ripieno di tubi innocenti che sorreggono palchi e palchetti. Nel ridiscendere la collina affidiamo i nostri coequipiers alla "Dentiera", la tramvia che scende da Superga fino a Sassi.
Rientriamo in hotel, ci cambiamo e, lasciate le amate barchettine nel box, prendiamo un autobus per il centro, destinazione "happy hour", o "apericena", o, per dirla alla torinese, "merenda sinoira". Anche qui apprezziamo tutto, mangiando e bevendo... e continuando a scherzare tra di noi. Tra l'altro, ad attenderci ci sono degli amici di Marina, che pur di salutarci hanno rischiato di far tardi a teatro. Dei signori, semplicemente.
Dopo la merenda sinoira, due chicche. La prima è una visita in notturna al Museo dell'Antichità, dove una terza guida ci illustrerà fino all'ora di chiusura il Celeste Impero, quasi nove secoli di dinastie Cinesi raccontate da statue di terracotta, porcellane e specchi di bronzo. E anche se cominciamo a dare segni di cedimento, non riusciamo a non apprezzare la bellezza dei reperti è il fascino dei racconti della guida. E' passata già la mezzanote quando rientriamo in albergo. Qui ci attende la seconda chicca, una degustazione di specialità piemontesi: cioccolata e nocciole, moscato e barolo. Magicamente sbucano fuori piatti e posate blu intenso, cioccolata fondente con nocciole intere, torte alla nocciola, crema di gianduja, bottiglie di barolo chinato e di moscato passito, in un abbinamento sapientemente scelto. E' un vero e proprio orgasmo culinario, gli occhi si chiudono non per il sonno ma per gustare in silenzio e intensamente il piacere che si sta fondendo in bocca. Sono le 1 e 20 della notte quando mi sdraio sul letto, dopo una giornata calda, piena, ricca, e solo ora riflettendo mi accorgo dell'eleganza con cui questa è stata diretta dall'organizzatrice, sempre presente ma mai invasiva. Leggo altre poche pagine del mio libro e mi addormento.

Domenica mattina, valigia pronta, motore acceso, capote aperta.
Arrivano altri barchettisti, quelli che "io al raduno vado solo la domenica perchè...". E qui un appunto: accanto a quelli che, davvero dispiaciuti per non essere potuti venire anche il giorno precedente, hanno fatto sentire sia la loro compagnia che il loro gradimento per quanto organizzato, c'erano altri, che spuntati come dal nulla, come tali si sono comportati, restando invisibili durante il prosieguo del raduno e dissolvendosi a pranzo terminato (ancor prima del caffè). Beh.. mi dispiace, ma non è così che si vive un raduno, nè è cosi che si vive un Club di appassionati. Figuriamoci quando, come nel nostro caso, è un raduno/ritrovo di persone che amano fare chilometri per ritrovare il sorriso negli occhi dei propri amici, con la scusa della barchetta.

Ma ritorno al programma del raduno. Si va a Venarìa, per visitare La Venarìa Reale.
Qui la quarta e ultima guida ci trasporta indietro nei secoli fino al XVII per raccontarci la storia di questa Palazzina da Caccia e dei suoi abitanti, ancora una volta la famiglia Savoia. Scivoliamo da una stanza all'altra, in un'alternanza di ambienti spogli ma brillantemente arricchiti dall'opera del regista Peter Greenaway, e di sale o saloni riccamente decorati con stucchi, quadri, arazzi, specchi o mobili intarsiati, per arrivare alla fine nel salone principale (chiamarlo corridoio è fortemente riduttivo), dove la maestria dell'architetto Juvarra nel giocare con finestre, luci e colori, creò un'ambiente da far rosicare d'invidia lo stesso Napoleone..

Dopo la bellezza della Reggia, e anche dopo una visita durata ben due ore, entriamo in una trattoria tipica del paese dove ancora una volta ci attendono specialità locali. Chi conosce un po' l'organizzatrice, riconosce subito la sua mano nella scelta del posto, oltre che del menù. Ed è la conclusione ideale a questi due giorni. Poi di nuovo abbracci e sorrisi, baci e strette di mano. Risalgo in auto, seguendo un paio di barchette, una delle quali, quella di Davide, ci farà strada fino all'autostrada. Top down fino a Genova, chiuso poi, arrivo a casa poco prima della mezzanotte. Mi addormento contento, col pensiero al raduno appena concluso.
Grazie a "Black Panther" la barchettista, grazie a Marina l'amica, per aver scritto, sceneggiato e diretto tutto questo, facendoci sentire la passione dei luoghi, delle cose e la sua.

martedì 2 settembre 2008

Gloria & le Amarene Amare

E' da poco finito il Ferrara Buskers Festival, che ha avuto tra i partecipanti la mia amica Gloria insieme al suo gruppo di attori, le Amarene Amare. Per darvi una piccola idea della simpatia che sprigionano ecco tre video delle loro gesta teatrali. Come dico io, sono talmente fuori che recitano in strada...

Io odio Thomas


Fast Cenerentola


Dove sono le mie rane

mercoledì 27 agosto 2008

L'arte in piazza



Quest'estate sono stato a Parigi (in luglio) e in Maremma (in agosto). Sembrerà strano ma queste due vacanze (brevi) e questi due luoghi hanno avuto una cosa in comune: le opere d'arte di Niki de Saint-Phalle, in particolare due fontane realizzate dall'artista francese.
Infatti, a Parigi, dietro il Centre Pompidou, mi sono imbattuto nella "Fontaine des automates" realizzata da Niki de Saint-Phalle insieme al marito Jean Tinguely, scultore svizzero.
Durante la vacanza in Maremma, invece, ho visitato Capalbio. Qui, all'ingresso del centro storico, esiste un'altra fontana, chiamata "Nanà Fonatine" sempre creata dalla Saint-Phalle.
Non è una straordinaria coincidenza? soprattutto pensando che, da ignorante, non solo non conoscevo l'esistenza delle due fontane, ma neppure di Niki de Saint-Phalle (figuriamoci poi di Jean Tinguely).
Riguardando le foto, prima ho notato la somiglianza delle due opere, poi cercando sul web ho scoperto l'appartenenza alla stessa autrice. Bello! non solo non si finisce mai di imparare, ma è la conferma che viaggiare è una forma di arricchimento inesauribile. E poi in questi casi non si paga neppure un biglietto per ammirare delle opere d'arte. Le foto le potete trovare sulla mia pagina di Facebook, ma vi do un'anteprima qua sopra.

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