La notizia era arrivata così, all'improvviso. Foster, uno dei nostri amici, era morto. Non avevamo saputo molto di più ma già questo bastava. Velocemente, il tam tam tra le persone che conoscevo aveva fatto sapere a tutti la cosa. All'inizio c'eravamo chiusi in casa, con gli occhi fissi al vuoto. Poi, iniziammo a reagire.
Scritta la notizia su Facebook, con un laconico "Chiuso per lutto" in bacheca, ci mettemmo d'accordo sul vederci tutti insieme per ricordare Foster. Qualcuno di noi ci parlò di una casa, dove avremmo potuto organizzare il "party". Io e Verberg andammo a vederla. Era semi-abbandonata, sporca, con gli infissi rovinati e le finestre aperte, ma la cosa che ci colpì di più furono i grossi ratti che la infestavano. Erano talmente grossi da sembrare dei gatti.
Dopo il sopralluogo tornammo tutti insieme alla casa, intenzionati a ripulirla. Nel giro di una giornata tutte le stanze erano di nuovo in ordine e i topi erano spariti. Tranne uno.
L'urlo della nostra amica ci fece infatti capire che doveva essere rimasto nascosto da qualche parte. Verberg lo catturò. Era grosso, spelacchiato e sporco, ma a guardar bene non sembrava un topo. D'altro canto s'era fatto catturare con facilità, quasi avesse piacere della nostra compagnia. Allora Angie lo prese e lo lavò ben bene e dopo averlo asciugato si rivelò per quello che era, un vecchio gatto spelacchiato. Riprendemmo a preparare la casa per la serata, con il nostro nuovo amico tra i piedi. C'era chi preparava da mangiare e chi sistemava mobili e quadri. Io e Angie dopo aver tinteggiato d'azzurro una stanza, ci sistemammo un letto. Poi iniziammo ad attaccare dei poster alle pareti, salendo sul letto per arrivarci meglio.
Scritta la notizia su Facebook, con un laconico "Chiuso per lutto" in bacheca, ci mettemmo d'accordo sul vederci tutti insieme per ricordare Foster. Qualcuno di noi ci parlò di una casa, dove avremmo potuto organizzare il "party". Io e Verberg andammo a vederla. Era semi-abbandonata, sporca, con gli infissi rovinati e le finestre aperte, ma la cosa che ci colpì di più furono i grossi ratti che la infestavano. Erano talmente grossi da sembrare dei gatti.
Dopo il sopralluogo tornammo tutti insieme alla casa, intenzionati a ripulirla. Nel giro di una giornata tutte le stanze erano di nuovo in ordine e i topi erano spariti. Tranne uno.
L'urlo della nostra amica ci fece infatti capire che doveva essere rimasto nascosto da qualche parte. Verberg lo catturò. Era grosso, spelacchiato e sporco, ma a guardar bene non sembrava un topo. D'altro canto s'era fatto catturare con facilità, quasi avesse piacere della nostra compagnia. Allora Angie lo prese e lo lavò ben bene e dopo averlo asciugato si rivelò per quello che era, un vecchio gatto spelacchiato. Riprendemmo a preparare la casa per la serata, con il nostro nuovo amico tra i piedi. C'era chi preparava da mangiare e chi sistemava mobili e quadri. Io e Angie dopo aver tinteggiato d'azzurro una stanza, ci sistemammo un letto. Poi iniziammo ad attaccare dei poster alle pareti, salendo sul letto per arrivarci meglio.
La sorpresa ci colse la sera, poco dopo la cena. Dal giardino spuntò un uomo, alto, magro, con una t-shirt bordeaux. Era Foster. Vivo. Si mise seduto tra di noi, ancora attoniti dallo stupore. Ci raccontò che sì era morto, ma che la sua era stata una morte apparente, causata da una infezione presa per non aver usato dei guanti mentre stava facendo dei giochi erotici. Si era poi risvegliato in tempo, prima che lo infilassero dentro la bara. Ci rallegrammo tutti di questa sua "resurrezione" e stappammo delle birre per festeggiare.
D'un tratto ci rendemmo conto che mancava però un altro nostro amico, Loth. Era venuto alla casa con noi al mattino, ma erano già diverse ora che non lo vedevamo più.
D'un tratto ci rendemmo conto che mancava però un altro nostro amico, Loth. Era venuto alla casa con noi al mattino, ma erano già diverse ora che non lo vedevamo più.
Quando sentimmo risuonare la sua voce, capimmo che quella era davvero la giornata delle sorprese, una giornata che avremmo ricordato a lungo. La voce proveniva da un punto buio della casa. Si intravedeva il torace possente di Loth - grande appassionato di body-building - stretto in una t-shirt grigio piombo. Ma non riuscimmo a scorgere il suo volto. Ci disse con tono cupo che purtroppo era morto, e che la cosa era avvenuta nel momento in cui Foster era tornato in vita. Uno scambio, che il destino aveva preteso. Ci parlò di come si sentisse in questa sua nuova "situazione", poi ci indicò come finire di sistemare la casa, in modo che potesse tornare ad essere splendida come un tempo. Per farlo ci sarebbero servite delle assi di una lunghezza ben precisa con le quali avremmo potuto rifare tutti i pavimenti.
Poi scomparve.
Poi scomparve.
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