venerdì 8 maggio 2009

"Va a far del bene a un somaro" ovvero sul perchè ad essere troppo zelanti e volenterosi sul lavoro, si finisca ad essere vittima di mobbing.

Oggi ho deciso di fare un po' di "outing" e parlare quindi di me.
Di solito in queste pagine racconto quel che mi succede ma in modo indiretto e scherzoso. Oggi no, oggi sono serio. Per la precisione sono demoralizzato, demotivato e profondamente incazzato, mi si lasci il termine.

Lavoro da più di 20 anni in un'amministrazione pubblica locale e da una quindicina d'anni lavoro presso l'Ufficio Relazioni con il Pubblico, il famoso URP. Anzi a dirla tutta sono stato uno dei 6 dipendenti che l'URP l'hanno creata, partendo da zero, cioè dalle carte delle normative vigenti all'epoca. Ora, senza andare a rovistare in questi 15 anni, dove davvero ne sono successe di tutte e di più, vengo subito ai giorni d'oggi e al servizio che svolgo attualmente. E di conseguenza al problema di cui voglio parlare. Premetto solo che, in questi anni, la dirigenza e i politici della mia Amministrazione hanno cambiato un pochino il volto e il compito dell'URP. Infatti oggi non ci occupiamo più solo di trasparenza, comunicazione, semplificazione dei servizi, ma anche, anzi direi principalmente, di servizi demografici. In realtà al mio sportello, il 90% delle prestazioni erogate sono di natura anagrafica (certificati, carte di identità, cambi di residenza, atti notori). Ma tant'è. 
In tutto questo ho comunque cercato di tirare fuori le mie capacità, formando e arricchendo quella che ritengo essere una professionalità notevole nel settore.
Solo devo riconoscere che sono un po' pignolo e zelante, per cui chi viene a chiedere le cose da me se da un lato sa che verrà accolto garbatamente e professionalmente, dall'altro sa pure che dovrà essere leale e preciso. 

La mia Amministrazione in questi anni ha diviso l'URP in 1 redazione centrale e 5 sportelli periferici. L'orario dovrebbe essere per tutti 8:30-18:30 dal LUN al VEN, 8:30-13:00 il SAB, ma in realtà solo 2 sportelli periferici osservano tale orario. Negli altri, vuoi per carenze di personale, vuoi per carenze di capacità, vuoi per esigenze personali dei dipendenti a cui i dirigenti si sono dovuti piegare, gli orari sono quelli tradizionali, mattino con 2 rientri settimanali, e sabato a casa. Il mio sportello rientra nell'orario continuato, of course.
Tutto ciò comporta che i 2 sportelli che seguono l'orario continuato abbiano una mole di lavoro sensibilmente più alta degli altri. 
Stare al pubblico poi è una vera e propria arte perché ci si trova davanti le personalità più disparate, e spesso dobbiamo parlare con persone che non si sono svegliate benissimo (beh, a volte nemmeno noi ci siamo alzati bene...). Per cui il malumore e lo stress sono sempre in agguato.
E arrivo al dunque.

Antefatto:
Giorni fà ero di turno con una mia collega, di mattino. Ufficio pieno, come al solito. Una signora straniera si accomoda dalla mia collega per delle pratiche e, mancandogli dei documenti, inizia subito ad agitarsi. Ma, comunque la mia collega riesce a sbrigarle tutto. Ad una seconda richiesta però le fa notare che dovrà far compilare dall'interessato (che nel caso specifico era il marito) un modulo, allegarci dei documenti e poi presentarlo di nuovo a noi. 
Detto fatto. La signora si alza e si va ad accomodare ad una scrivania che abbiamo per il pubblico. Nel frattempo, io continuo a servire altra gente.
Poco dopo ritorna alla carica chiedendo udienza alla mia collega, la quale, occupata con un altro le dice di sentire me. E questa viene immediatamente da me, dove però si era appena seduta una signora anziana. Incurante del fatto, la straniera prevarica l'anziana cacciandola in malo modo e mi obbliga a servirla. Sedendosi mi firma l'istanza a nome del marito. Al che io le faccio notare che non posso accettare un'istanza con una firma palesemente falsa. E qui scoppia il finimondo: la signora straniera inizia a insultare me e la mia collega, urlando. A quel comportamento le dico che non le avrei più prestato attenzione e che quindi se ne poteva andare. Questo ha fatto peggiorare la situazione, con un crescendo di urla, insulti, bestemmie e minaccie. Siccome l'ufficio era pieno e questa manfrina stava andando avanti da un po', la gente in coda si è spazientita e ha iniziato a invitare la straniera di ascoltarmi e andarsene per poi ripresentarsi quando avesse avuto la domanda firmata correttamente. E qui lei è passata a insultare e minacciare di "taglio della testa" tutti i presenti. Finchè ho dovuto chiamare le Forze dell'Ordine, che dopo pochi minuti si sono presentati sotto forma di pattuglia di Polizia. E la calma è tornata. Nel frattempo, a causa del trambusto e della concitazione, la mia collega ha avuto un mancamento e uno sbalzo di pressione.

Fatto:
Ieri ero di turno pomeridiano, 13-19, quando ad un quarto alle 14, arriva un fax. Una mia collega vede che è indirizzato a me e senza leggerlo me lo passa.
Testo del fax:
"Oggetto: ordine di servizio trasferimento da sede URP aa a sede URP bb del dipendente xx (che sarei io).
Per esigenze di organizzazione del servizio relativo agli sportelli decentrati e in attinenza alla professionalità e alle attività da Ella svolte si ritiene opportuno il suo trasferimento dalla sede Sportello URP aa allo Sportello URP bb.
La S.V. è invitata a prendere servizio presso la sede indicata a far data dall'11.05.2009"

A conferma del fax mi è poi arrivata una lettera oggi stesso. Fax e lettera firmati dal mio dirigente.

Così. 
Senza essere interpellato, senza che nessuno mi abbia chiesto il parere. 

Anche se un po' stupito e quindi inebetito dal fatto, ne parlo con una collega che chiama immediatamente una sindacalista, la quale questa mattina è andata a parlare con il mio dirigente, anche perchè il Regolamento di Mobilità Interna prevede una serie di cose, tra cui quella di sentire il diretto interessato prima di trasferirlo. 
Il dirigente spiega alla sindacalista (ma non ovviamente a me) che sì, io sono professionale e valido, ma che ultimamente mi sono fatto prendere da stress e nervosismo, finendo per prendermela con i cittadini, provocando situazioni in cui sono dovuti intervenire i carabinieri, e - udite udite - litigando così forte con una mia collega da farla star male. Perciò - ed anche perché lui ha bisogno di una persona allo Sportello URP bb - ha pensato che era meglio farmi "cambiare aria" e trasferirmi. Il tutto senza però sentire il mio parere. 
Ora, fermo restando che nei due sportelli il lavoro dovrebbe essere lo stesso, le differenze sostanziali sono le seguenti:

Sportello URP aa (dove ho lavorato fino a questa mattina): 
orario al pubblico continuato e orario di servizio in turni, sabato inclusi. A fronte di ciò nel mio stipendio percepisco delle indennità di turno (cioè soldi in più). Lavorando il sabato mi spettano 4 giorni di ferie all'anno in più. 
In ultimo, questo sportello è a 5 minuti da casa, per cui ci vado a piedi. 
La mia vita privata è organizzata anche in base a ciò.

Sportello URP bb (dove dovrò lavorare da lunedì):
orario al pubblico praticamente uguale a quello di servizio, per cui mattino con 2 rientri settimanali, e sabato a casa. Questo comporta che non percepirò più le indennità di turno (cioè soldi in meno), due giorni dovrò pranzare fuori (utilizzando dei buoni pasto), e non lavorando il sabato avrò 4 giorni di ferie in meno. 
In ultimo, l'ufficio sta a una decina di km da casa mia, per cui dovrò utilizzare un'auto (non c'è un servizio diretto di autobus).

Morale:
"Va a fa' del bene ta 'n somaro", ovvero se hai voglia di lavorare e sei scrupoloso e preciso, in una Amministrazione Pubblica come la mia riceverai sempre dei calci.
E secondo me siamo all'anticamera del mobbing...

Nessun commento:

COMING SOON

Video Detective Movie Previews

statistiche

flagcounter

free counters

whos.amung.us - visitor maps

page counter

Lettori / Readers