Solitamente trascrivo qua i miei sogni, a mo' di racconto. Succede sempre quando me li ricordo bene, e se sono comunque sogni particolari. Il più delle volte mi restano invece in mente solo spezzoni, una sorta di trailer del sogno. Per cui rinuncio a metterli su carta.
Ultimamente poi sono stato anche colto da pigrizia e quindi non ho scritto molto.
Per rimediare oggi mi metto a fare il trailer degli ultimi sogni e anche se ne verrà fuori uno spezzatino senza senso, pazienza, ma almeno me ne resterà memoria. Scripta manent, verba volant.
Ultimamente poi sono stato anche colto da pigrizia e quindi non ho scritto molto.
Per rimediare oggi mi metto a fare il trailer degli ultimi sogni e anche se ne verrà fuori uno spezzatino senza senso, pazienza, ma almeno me ne resterà memoria. Scripta manent, verba volant.
Il castello
Inseguito da non so più chi, mi ritrovo all'interno di un castello medievale, con scale ripide e stanze piccole. Scendo le scale rapidamente e da un'apertura ad arco sul pianerottolo sottostante vedo fuoriuscire una luce giallo-arancio, come se tutta quella stanza al piano inferiore fosse ripiena di fiamme. E in effetti non tarda molto che delle lingue di fuoco raggiungano il pianerottolo. Io sono imprigionato tra i miei inseguitori e le fiamme. Ma i miei nemici non si vedono più mentre dalla stanza incendiata emergono delle ombre scure e delle voci...
Vampiri
Vado a trovare un caro amico, nel suo negozio di antichità. Prendiamo un tè insieme e mentre sorseggiamo l'infuso mi fa una rivelazione sconcertante. Siamo entrambi dei vampiri, appartenenti ad una vecchia razza ormai in estinzione, che ha la caratteristica di non aggredire gli umani. Per tradizione abbiamo scelto di vivere in sintonia con il resto del mondo. Sono un vampiro quindi. La scoperta non mi stupisce più di tanto, in effetti mi ero ritrovato spesso a farmi domande su certi miei comportamenti... Continuiamo a parlare mentre osservo il mio amico. E' molto più vecchio di me, canuto, con una barba bianca corta e a punta, gli occhi piccoli e molto espressivi. Ad un certo punto l'espressività delle sue pupille mi avvisa di un pericolo. Ci alziamo e usciamo fuori. Siamo su un'isola in mezzo al mare. Saliamo su un promontorio per scrutare l'orizzonte. Il cielo è plumbeo. Il mio amico tira fuori un cannocchiale, rivestito di pelle nera, e osserva un punto dove il mare si fonde con le nuvole. Guardo anche io e vedo solo dei puntini gialli, luminosi. Mi passa il cannocchiale e i puntini si rivelano essere degli occhi, che a loro volta stanno osservando noi. Gli occhi appartengono a delle persone che non hanno per nulla sembianze umane nè tanto meno apparenze invitanti e ben promettenti.
Mi dice che sono i vampiri di un'altra razza, quella che da sempre ha terrorizzato gli umani, con le loro storie di sangue. Ci hanno scoperto e stanno venendo a prenderci. Anche se mi dice che è ormai tardi, con molta calma mi invita a seguirlo, in un tentativo di fuga. Scendiamo lungo il pendio del promontorio, verso l'interno dell'isola, fino ad una apertura della terra sotto ad un albero. L'apertura da su un cunicolo. Ci avventuriamo all'interno, al buio. Dopo un po' scivoliamo e poi ruzzoliamo fino a cadere su una strada lastricata. Sono seduto, alzo la testa e guardo intorno: sono esterrefatto! Ci troviamo lungo la via di una città, si direbbe nel centro storico. Guardo meglio. I palazzi sembrano essere del 7-800, ma quello che è più strano è che anche i negozi, i lampioni, le carrozze che improvvisamente appaiono all'angolo, sembrano appartenere a due, tre secoli fà. Con un sorriso disarmante il mio amico mi spiega che siamo passati attraverso una porta temporale e che siamo realmente a metà del 1800. In genere lui usa questo passaggio per comprare oggetti che poi rivenderà nel suo negozio di antichità. Oggi ci è servito per scappare - con successo - dagli altri vampiri...
La showgirl
Ricordo soltanto la notizia della morte di una soubrette, showgirl di talento - di cui non farò il nome - deceduta all'età di 64 anni per un male incurabile.
Mio padre
Ho sognato di incontrare mio padre, e di fare con lui una bella chiacchierata, passeggiando insieme. Mentre mi parla mi ricorda due numeri. Mi rendo poi conto che uno dei due corrisponde alla data in cui ha avuto il primo infarto e l'altro agli anni che sono passati dalla sua morte.
Finita la passeggiata, mi saluta e poi muore...
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