lunedì 5 maggio 2008

Ingegneri al lavoro, mezzi di trasporto moderni e antiche mulattiere.

Tempo fà avevo scritto un post sul MiniMetrò, ultimo ritrovato della tecnica moderna nell'ambito dei mezzi di trasporto, volto a risolvere i problemi di traffico della città. L'ho scritto subito dopo l'inaugurazione e, a parte le cose negative su cui mi ero soffermato, avevo elogiato una delle qualità, cioè la puntualità e velocità del servizio: 11 minuti dallo stadio al centro, contro una mezz'ora abbondante che occorre all'autobus. Venerdì scorso riprendo il MiniMetrò per andare in centro e parto proprio dallo stadio, quindi percorso completo. Alla stazione di partenza non c'è un ufficio di biglietteria ma due macchinette self-service che emettono il tagliando. Arrivo e ci sono una quindicina di persone in fila perchè una delle due macchinette in questione è rotta. Morale: quindici persone circa e venti minuti di fila circa, per acquistare il biglietto (valido 70 minuti). Salgo sul vagone che mi porterà a destinazione, pensando che va beh, ho perso 20 minuti ma adesso in poco più di 10 sarò in centro, sbrigo le commissioni e poi riprenderò il minimetrò per tornare, con un unico biglietto. E qui la sorpresa: il "brucomela" ci mette ben 23 minuti! Quando arrivo in centro sono già passati 3/4 d'ora da quano ho lasciato l'auto al parcheggio del MiniMetrò (e sì, perchè la linea è unica e da casa o aspetto un autobus o arrivo in macchina fin sotto la stazione). Ho dovuto volare e sbrigarmi nel fare le mie commissioni per poter riprendere in tempo il vagoncino per tornare giù. Beh, in discesa andrà più forte, ho pensato... In effetti, ci ha impiegato 17 minuti.
Ripensandoci, se avessi preso il vecchio caro autobus, che ha la fermata dietro casa, non avrei preso l'automobile, ci avrei messo più o meno lo stesso tempo e speso gli stessi soldi (pur ammettendo un'attesa simile, avrei risparmiato il tempo da casa alla stazione del metrò).
All'ufficio viabilità devono aver assunto degli ingegneri a cui piacciono le rotonde. Le strade della città stanno perdendo la familiare disposizione lineare e assumendo la nuova e più "à la page" disposizione concentrica... Esempio: percorso dalla frazione di San Sisto alla località Pian di Massiano. Una volta gli unici due ostacoli erano il passaggio a livello e un semaforo, posto all'incrocio chiamato "Centova", poi una bella strada dritta e lineare fino a Pian di Massiano. Se avevi fortuna di incontrare il passaggio a livello aperto e il semaforo verde, in 5 minuti eri davanti allo stadio (che sta appunto a Pian di Massiano). Tempo fà è stato eliminato il semaforo con una mega rotonda con tanto di giardinetto centrale; ora, dopo questa, a metà della bella strada dritta che dicevo è spuntato un altro mega-rotondone. La prima rotonda la posso capire perchè hanno eliminato il semaforo, la seconda un po' meno, perchè è stata messa all'uscita della superstrada e serve solo a non far fare lo stop a chi esce dalla quattrocorsie. Il passaggio a livello invece esiste ancora.
Ora che succede? il traffico è più snello? manco per niente.
Infatti venendo da San Sisto c'è una fila continua fino alla prima rotonda, dove automobilisti impreparati al nuovo sistema viario consultano i loro gps per capire chi deve impegnare per primo il cerchio asfaltato. Il problema è che la fila c'è sia se il passaggio a livello è chiuso che se è aperto, il che comporta spesso che resti un'auto tra i binari (e qui vedi il conducente iniziare a sudare freddo, pensando al treno in arrivo). Superata la prima rotonda ci attende la seconda, la quale è stata concepita in modo davvero astruso. Prendiamo una rotonda semplice: è un cerchio con quattro strade messe a croce, dove tu entri da una e poi scegli da dove uscire. La strada che percorri per entrare ha l'ingresso nella rotonda alla fine della strada stessa, senza particolari inciampi.
Il nuovo mega-rotondone no. Percorrendo la via in modo normale, come da codice della strada, cioè sulla destra, si finisce automaticamente in superstrada direzione Firenze, perchè il nastro d'asfalto è stato modificato in modo da facilitare l'accesso alla 4 corsie. Se si vuole impegnare la rotonda invece bisogna spostarsi, meglio, buttarsi tutto a sinistra, per poi sterzare di nuovo a destra (per seguirne la conformazione rotonda) poi curvare a sinistra (è un cerchio!) e quindi tutto a destra per uscire. In pratica una gimkana!
E se io decido di andare dritto, chiederete voi? Un disastro. Al centro della strada c'è uno spartitraffico di cemento. Non è spostato a destra o a sinistra, è proprio al centro. Di notte se non sapete che c'è e pensate di trovarvi di fronte a una normale rotonda, ci finite sopra (con gravi conseguenze al mezzo meccanico che state guidando).
Superata la rotonda riprendete ad andare diritti ma dovete subito rallentare in quanto sulla destra c'è una seconda uscita della superstrada (la prima è dritta nella rotonda) e lì si scatena la passione della formula uno dei guidatori: infatti sembra di vedere l'uscita dai box di un gran premio, si gioca a chi esce per primo.
Bene, siete usciti indenni dal rotondone, indenni dall'uscita box, finalmente vi rilassate e... la vostra auto ha un sobbalzo, si solleva da terra e ricade: avete appena superato un dissuasore di velocità alto mezzo metro... Sono passati oltre il doppio dei minuti che impiegavate prima, ancora non siete arrivati a destinazione, in compenso avete già scomodato tutti i santi del Paradiso...
Se invece venite dal lato opposto vi ritroverete immersi in una nuova esperienza (inesistente fino alla creazione del rotondone): la fila indiana dallo stadio fino al nuovo cerchio d'asfalto. Che da un lato è una mano santa, questa fila, perchè andando a 2 all'ora vi evita la spiacevole sensazione di inchiodare la vostra auto a pochi centimetri da un frontale con quella che procede dal lato opposto, appena uscita dal rotondone o dai box/superstrada. Sì, perchè la vecchia e cara linea dritta ha subito un'innaturale deviazione a destra per creare spazio nel senso inverso, tanto innaturale che gli ingegneri di cui sopra hanno dovuto mettere una fila di segnaposto catarinfrangenti ad indicare la retta via.
Sempre a proposito delle trovate degli ingegneri della viabilità, giorni fà mi trovavo a percorrere una via nei pressi della stazione ferroviaria. Strada a senso unico a tre corsie, in semidiscesa, semaforo pedonale, curva semi-cieca a destra (è parzialmente chiusa alla vista da un palazzo). Tu arrivi, rallenti o ti fermi al semaforo e giri a destra. Quel giorno il traffico era intenso ma praticamente fermo: incidente? no, men at work, lavori in corso. Stavano realizzando uno spartitraffico proprio appena dopo la curva cieca. Ho subito pensato: qui appena terminato qualcuno ci si schianta. Detto fatto. Qualche giorno dopo leggo sul giornale più o meno così "Il Comune mette le luci allo spartitraffico maledetto, che in pochi giorni ha causato tamponamenti causa improvvisi stop delle auto e veri e propri incidenti con auto finite sopra il blocco di cemento." Hanno illuminato ben bene l'ostacolo e spariamo così che la gente lo vede (sentire lo sente...).
Tutto questo quando il resto delle strade della città sono paragonabili a delle vere e proprie mulattiere del dopoguerra con voragini incredibili alternate a dossi prefabbricati atti a dissuadere la velocità. Ora è vero che io guido una spider o una mini, che sono due auto rigide di loro e parto svantaggiato, ma capisco sempre più chi si è comprato un SUV.
Quasi quasi mi faccio un Hummer...

3 commenti:

Gloria ha detto...

PiGiiiiiiiiiiii! Un saltino veloce per un saluto. :) Anf... anf... qui mi fanno sudare! :) Come stai? Che bello che ci vediamo questo WE. Spero ci sia anche Marta!!!
Un bacio e a presto!
Glo

"PG" ha detto...

Marta certto che c'è, l'ho precettata! :-))
Era ora che lavorassi un po', eheheh :-))

Gloria ha detto...

In effetti... ultimamente mi ero data troppo al cazzeggio. :) Bene, mi fa piacere di rivedere Marta! Manca poco, siamo già a mercoledì!
Oh, abbiamo arredato la cameretta, così la prossima volta che vieni a trovarci dormi al piano di sopra!!! :D

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