1.2 L'autore.
L'edizione del 1500 è nota perchè nelle strofe El autor, escusandose si può leggere, in acrostico: "El bachiller Fernando de Rojas acabò la comedia de Calysto y Melybea y fve nascjdo en la Pvebla de Montalvàn". Quindi attraverso un semplice stratagemma appariva non solo il nome ma anche la professione e il luogo di nascita dell'autore dell'opera, Fernando de Rojas, appunto.
Dietro questi scarsi, anche se fondamentali, dati si celava la biografia di un giudeo-converso castigliano, segnata in ogni momento dal pericolo, l'insicurezza ed il sospetto (motivi che giustificano il servirsi dell'acrostico per nascondere il proprio nome. Infatti, nonostante le origini asturiane della famiglia, probabilmente inventate per creare delle radici vetero-cristiane, Fernando era figlio di Hernando de Rojas, condannato dalla Inquisizione di Toledo nel 1488 come ebreo e forse giustiziato. Qualche anno prima, sempre a Toledo, l'Inquisizione aveva già "riconciliato" un altro ramo della famiglia, i Franco, dal chiaro cognome convertito.
Rojas nacque ne La Puebla de Montalbàn - come egli stesso dichiara - non lontano da Toledo, intorno al 1476. Studiò Legge presso l'Università di Salamanca tra il 1494 e il 1502; all'incirca nell'anno 1500 era comunque già "bachiller".
Fu proprio durante il periodo degli studi a Salamanca che Rojas scrisse gli atti II-XVI della Celestina, durante "quinze dìas de vacaciones" come lui stesso ricorda nella carta a un su amigo.
Nel 1507, per problemi di carattere fiscale, Rojas si trasferisce a Talavera de la Reina, dove si dedicò all'esercizio della professione e, più tardi, divenne sindaco della città e si sposò con Leonor Alvarez, anche lei convertita. Tra le poche note biografiche di Rojas, lo troviamo come testimone a favore in un processo contro un altro ebreo, e come difensore in un altro processo contro Alvaro de Montalbàn, suocero dello scrittore, accusato e condannato dal Santo Officio per certe dichiarazioni che Rojas riporterà nella sua opera per bocca di Celestina.
Fernando de Rojas morì nel 1541 a Tavalvera.
A conclusione ci si consenta di formulare la seguente domanda: perchè Rojas dopo un'opera come la Celestina non scrisse più nulla? Possiamo provare a cercare la risposta nelle parole di Juan Goytisolo:
"El enigma del silencio de Rimbaud y de Rojas se explica tal vez si concluimos que, habiendo dicho lo que tenian que decir, ambos, simplemente, se sobreviviàn: Rimbaud en una fuga patética de si mismo [...], Rojas [...] aplacado por una creaciòn literaria que era su imprescindible respuesta personal a la despiadada agresiòn de la vida [...]. La deuda habìa sido cancelada."
L'edizione del 1500 è nota perchè nelle strofe El autor, escusandose si può leggere, in acrostico: "El bachiller Fernando de Rojas acabò la comedia de Calysto y Melybea y fve nascjdo en la Pvebla de Montalvàn". Quindi attraverso un semplice stratagemma appariva non solo il nome ma anche la professione e il luogo di nascita dell'autore dell'opera, Fernando de Rojas, appunto.
Dietro questi scarsi, anche se fondamentali, dati si celava la biografia di un giudeo-converso castigliano, segnata in ogni momento dal pericolo, l'insicurezza ed il sospetto (motivi che giustificano il servirsi dell'acrostico per nascondere il proprio nome. Infatti, nonostante le origini asturiane della famiglia, probabilmente inventate per creare delle radici vetero-cristiane, Fernando era figlio di Hernando de Rojas, condannato dalla Inquisizione di Toledo nel 1488 come ebreo e forse giustiziato. Qualche anno prima, sempre a Toledo, l'Inquisizione aveva già "riconciliato" un altro ramo della famiglia, i Franco, dal chiaro cognome convertito.
Rojas nacque ne La Puebla de Montalbàn - come egli stesso dichiara - non lontano da Toledo, intorno al 1476. Studiò Legge presso l'Università di Salamanca tra il 1494 e il 1502; all'incirca nell'anno 1500 era comunque già "bachiller".
Fu proprio durante il periodo degli studi a Salamanca che Rojas scrisse gli atti II-XVI della Celestina, durante "quinze dìas de vacaciones" come lui stesso ricorda nella carta a un su amigo.
Nel 1507, per problemi di carattere fiscale, Rojas si trasferisce a Talavera de la Reina, dove si dedicò all'esercizio della professione e, più tardi, divenne sindaco della città e si sposò con Leonor Alvarez, anche lei convertita. Tra le poche note biografiche di Rojas, lo troviamo come testimone a favore in un processo contro un altro ebreo, e come difensore in un altro processo contro Alvaro de Montalbàn, suocero dello scrittore, accusato e condannato dal Santo Officio per certe dichiarazioni che Rojas riporterà nella sua opera per bocca di Celestina.
Fernando de Rojas morì nel 1541 a Tavalvera.
A conclusione ci si consenta di formulare la seguente domanda: perchè Rojas dopo un'opera come la Celestina non scrisse più nulla? Possiamo provare a cercare la risposta nelle parole di Juan Goytisolo:
"El enigma del silencio de Rimbaud y de Rojas se explica tal vez si concluimos que, habiendo dicho lo que tenian que decir, ambos, simplemente, se sobreviviàn: Rimbaud en una fuga patética de si mismo [...], Rojas [...] aplacado por una creaciòn literaria que era su imprescindible respuesta personal a la despiadada agresiòn de la vida [...]. La deuda habìa sido cancelada."
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