Scartabellando tra i files del mio pc, ho ritrovato un brano, che avevo scritto qualche anno fà, dopo aver partecipato ad un raduno di barchette sulla costiera amalfitana. Rileggendolo mi sono tornate in mente quelle ore e le emozioni sono riaffiorate, ancora oggi ben vive dopo tanto tempo. Eccolo qua:
"E’ stato forse un bellissimo sogno. Preparavo la discussione di una tesi e intanto pensavo a che cosa infilare in valigia, cercando di capire se con il frigo da campeggio ci sarebbe entrata nel bagagliaio anche lei. Poi la partenza, ore 13.25, il viaggio top-down in solitaria, il dubbio se arriverò in tempo oppure no. Mi fermo per il pranzo, insalata di riso e un panino al prosciutto. Si avvicina un tipo uscito da una 106 furgonata: “Scusa questa è una barchetta vero? È milleotto? Non c’è di un altro motore?” gli rispondo che “si è una barchetta, si è solo milleotto”, poi penso “beh forse tra un po’ è anche milledue”... mi spiega che ne sta per comprare una del ’97 nera per 14.500.000 (lire, ancora, a dispetto dell’euro). Beh, un buon prezzo mi dico, salvo poi scoprire che per la stessa cifra il Piastra si sarebbe portato via una splendida LE del ’98. Riparto, traffico incredibile, furgoni di operai lanciati a manetta che fanno zig-zag tra le 3 corsie, caldo impossibile, devo togliere i guanti da bravo pilota di spider perché il caldo fa sciogliere il cuoio colorandomi i palmi delle mani. Ogni tanto mi sento con Angelo/Devil al telefono. Arrivo all’uscita di Salerno, ore 17.22, ottimo tempo, sono in orario. C'è Angelo che mi spiega, è una mappa stradale umana, ma io riesco a perdermi lo stesso. Poi ritrovo la strada giusta, faccio il pieno, direzione Battipaglia. Da lì una clamorosa fila indiana di auto costringe al passo d’uomo la mia barchy. Arrivo a Velia, dopo splendidi paesaggi incorniciati tra il mare e la montagna. Mi fermo, aspetto. Ecco i suoni dei clacson e la colorata striscia di barchette che mi lampeggiano e mi invitano ad unirmi a loro. E’ per me l’inizio del raduno. Pochi chilometri ancora ed arriviamo ad una spiaggia deliziosa, dove il sole ci stava aspettando per regalarci uno di quei suoi spettacolari tramonti, per cui è famoso in tutto il mondo. Un aperitivo, una ragazza che tenta di annunciare la serata danzante della sera dopo, in un improbabile dialetto polacco-napoletano, Orietta e Franco che camminano mano nella mano sulla spiaggia, Giusy dalla sdraio si gode il tramonto, leoPArdo e altri di noi che tentiamo di farle muro. A spettacolo terminato signori in vettura, via per la cena, con prelibatezze del posto. All’agriturismo incontriamo Piastra e Roberto con... il terzo passeggero sulla nuova LE di Piastra: in 3 da Salerno su una barchetta, con i poliziotti che ridevano al loro passaggio. Dopo cena salutiamo FunCool, che deve tornare a Roma, e poi via a Paestum: gelato, passeggiata davanti alle monumentali rovine con Valentina che motiva il 95 preso all'università, spiegandoci la storia di quelle pietre millenarie. Infine a letto dopo questa primo assaggio del cuccoraduno.
“Mi raccomando se non partiamo alle 8 in punto perdiamo il traghetto” aveva tuonato Devil la sera prima. E noi solerti, con armi e bagagli (alla lettera), alle 8.15 partiamo dall’Hotel. Le armi, già: faccio vedere orgoglioso la mia pistola a pompa, gli altri tirano fuori le loro, poi improvvisamente ci sentiamo dei vermi: Vampirro ha appena tirato fuori dalla barchetta un mega cannone stile Rambo II la vendetta. Una rapida corsa fino al traghetto, per strada raccogliamo Anna e Rino, mi godo una splendida fila di alberi (una pineta?) alla mia sinistra, mentre leoPArdo e Katia vengono fermati dai caramba. “Beh sa, andiamo ad un raduno, stiamo per perdere il traghetto” “E lo vedo che andate di fretta, ma mi dica, perchè la sua amica sta armata? Bah iatevenne ia...”. Sul traghetto, occupato tutto il ponte superiore, ci spogliamo tutti per restare in costume: ed ecco che il barchetta Club Italia si trasforma in pancetta Club Italia. Sul traghetto continuano le scaramucce a colpi di pistola ad acqua iniziate per strada. Maiori, Minori, Amalfi, Ravello, Positano, la costiera è veramente uno dei luoghi più belli al mondo, specie se visto dal mare e con un sole splendente. Poi a Positano, cambio barca, si va a Li Galli per 1 ora. Tra gli scogli dell’isolotto, che fu dimora di Byron e di Nureyev, ci tuffiamo in una splendida piscina naturale con mare blu, pesci, stelle marine colorate. E’ già ora di ritornare, a noi sembra passato 1 minuto. Torniamo a Positano dove Angelo non cessa di stupirci con la sua perfetta organizzazione: troviamo 18 lettini e altrettanti ombrelloni riservati per noi sulla spiaggia a pagamento di Positano. Mi sento un signore (ha ragione Giobbe: basta poco che ce vo’?). Di nuovo un bagno, poi la doccia fresca, il sole... mmhh “Ay que vida tan dura” direbbe un mio amico spagnolo. Dopo esserci presi in giro dicendo che a pranzo bastava un panino eccoci tutti a tavola per degustare le delicatezze del luogo: mozzarelle di bufala, spaghetti ai frutti di mare ed altre amenità... Di nuovo sole, bagni e shopping per il centro. La sera al ritorno ci aspetta il Lotus Club: 7 elise, 3 esprit e 1 seven ci aspettano per sfilare insieme tra il traffico caotico di Salerno. C’è da dire che non ci sembrano molto organizzati, ma la passione è quasi la stessa. Da un finestrino inglese gli occhi del pilota ci fanno capire che vorrebbe anche lui una di quelle strane colorate e potentissime pistole a pompa che ognuno di noi ha (chi non ha le pistole ha le bombe a mano, e poi c’è lui... Vampirro, che sembra Terminator).
La giornata finisce a Filetta alla festa della Pizza in Piazza. Mi continuo a chiedere se la pizza col pomodoro a filetto è nata qui. Dopo la pizza ci chiamano sul palco insieme al Lotus Club. Ci premiano, ci ringraziano. Ma come, io mi sono divertito e rilassato, ho mangiato cibi di cui sento ancora il profumo in bocca, ho goduto della presenza di amici e della vista di paesaggi entrambi meravigliosi, e loro mi premiano per aver contribuito al successo della manifestazione. Aveva ragione leoPArdo quando inseguiva Angelo/Devil per baciarlo. Il mio cuccoraduno termina qua, perché, come si dice, improrogabili impegni di lavoro mi vogliono a casa la domenica. Tutto il serpentone di barchette mi accompagna all’autostrada, parto, Salerno – Perugia in 3 ore e 20, con brevi soste agli autogrill (perché, dopo 90 minuti il culo prende il sopravvento sul cervello), faccio il viaggio fino a Roma in compagnia di un altro appassionato, Silvio, con la sua Elise gialla, che “vai piano che sopra oltre i 160 gli si alza il muso! non è mica stabile come la tua barchetta”.
In fondo la felicità anche nel terzo millennio, sta ancora nelle piccole cose: una spiderina, un giorno e mezzo di raduno, una dozzina e mezzo di amici. "
“Mi raccomando se non partiamo alle 8 in punto perdiamo il traghetto” aveva tuonato Devil la sera prima. E noi solerti, con armi e bagagli (alla lettera), alle 8.15 partiamo dall’Hotel. Le armi, già: faccio vedere orgoglioso la mia pistola a pompa, gli altri tirano fuori le loro, poi improvvisamente ci sentiamo dei vermi: Vampirro ha appena tirato fuori dalla barchetta un mega cannone stile Rambo II la vendetta. Una rapida corsa fino al traghetto, per strada raccogliamo Anna e Rino, mi godo una splendida fila di alberi (una pineta?) alla mia sinistra, mentre leoPArdo e Katia vengono fermati dai caramba. “Beh sa, andiamo ad un raduno, stiamo per perdere il traghetto” “E lo vedo che andate di fretta, ma mi dica, perchè la sua amica sta armata? Bah iatevenne ia...”. Sul traghetto, occupato tutto il ponte superiore, ci spogliamo tutti per restare in costume: ed ecco che il barchetta Club Italia si trasforma in pancetta Club Italia. Sul traghetto continuano le scaramucce a colpi di pistola ad acqua iniziate per strada. Maiori, Minori, Amalfi, Ravello, Positano, la costiera è veramente uno dei luoghi più belli al mondo, specie se visto dal mare e con un sole splendente. Poi a Positano, cambio barca, si va a Li Galli per 1 ora. Tra gli scogli dell’isolotto, che fu dimora di Byron e di Nureyev, ci tuffiamo in una splendida piscina naturale con mare blu, pesci, stelle marine colorate. E’ già ora di ritornare, a noi sembra passato 1 minuto. Torniamo a Positano dove Angelo non cessa di stupirci con la sua perfetta organizzazione: troviamo 18 lettini e altrettanti ombrelloni riservati per noi sulla spiaggia a pagamento di Positano. Mi sento un signore (ha ragione Giobbe: basta poco che ce vo’?). Di nuovo un bagno, poi la doccia fresca, il sole... mmhh “Ay que vida tan dura” direbbe un mio amico spagnolo. Dopo esserci presi in giro dicendo che a pranzo bastava un panino eccoci tutti a tavola per degustare le delicatezze del luogo: mozzarelle di bufala, spaghetti ai frutti di mare ed altre amenità... Di nuovo sole, bagni e shopping per il centro. La sera al ritorno ci aspetta il Lotus Club: 7 elise, 3 esprit e 1 seven ci aspettano per sfilare insieme tra il traffico caotico di Salerno. C’è da dire che non ci sembrano molto organizzati, ma la passione è quasi la stessa. Da un finestrino inglese gli occhi del pilota ci fanno capire che vorrebbe anche lui una di quelle strane colorate e potentissime pistole a pompa che ognuno di noi ha (chi non ha le pistole ha le bombe a mano, e poi c’è lui... Vampirro, che sembra Terminator).
La giornata finisce a Filetta alla festa della Pizza in Piazza. Mi continuo a chiedere se la pizza col pomodoro a filetto è nata qui. Dopo la pizza ci chiamano sul palco insieme al Lotus Club. Ci premiano, ci ringraziano. Ma come, io mi sono divertito e rilassato, ho mangiato cibi di cui sento ancora il profumo in bocca, ho goduto della presenza di amici e della vista di paesaggi entrambi meravigliosi, e loro mi premiano per aver contribuito al successo della manifestazione. Aveva ragione leoPArdo quando inseguiva Angelo/Devil per baciarlo. Il mio cuccoraduno termina qua, perché, come si dice, improrogabili impegni di lavoro mi vogliono a casa la domenica. Tutto il serpentone di barchette mi accompagna all’autostrada, parto, Salerno – Perugia in 3 ore e 20, con brevi soste agli autogrill (perché, dopo 90 minuti il culo prende il sopravvento sul cervello), faccio il viaggio fino a Roma in compagnia di un altro appassionato, Silvio, con la sua Elise gialla, che “vai piano che sopra oltre i 160 gli si alza il muso! non è mica stabile come la tua barchetta”.
In fondo la felicità anche nel terzo millennio, sta ancora nelle piccole cose: una spiderina, un giorno e mezzo di raduno, una dozzina e mezzo di amici. "
PG
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